Hanno capito ben presto come gira il mondo e non si sentono appartenere a questo sistema, anzi, ne vorrebbero proprio uscire e come biasimarli, dato lo schifo che ci circonda. Stiamo parlando dei No Conventional Sound, band torinese che ha esordito nel mondo della musica italiana nel 2002, anno di formazione della band. Da allora questi giovanissimi ragazzi (hanno circa tutti intorno ai vent’anni), hanno iniziato un'intensa attività live che li ha portati anche ad aprire concerti di Erasmus, Vasco Rossi, Negramaro, Meganoidi, Subsonica e Deep Purple. Sono in sei, e la potenza che scaturisce da ogni brano della band arriva dritta allo stomaco, se non fosse per la voce del cantante Brasko, decisamente un po' troppo acerba e squillante, che quasi ricorda lo stile dei Dari, anche se la traccia numero tre, Va tutto bene, ci porta anche reminiscenze dei Negramaro e nel finale anche dei Verdena. Il prodotto in fondo è stato confezionato bene, sia dalla Warner Music che dalla etichetta indipendente Eclectic Circus, i quali probabilmente hanno visto nei NCS un gruppo da proporre ai giovanissimi e alle ragazzine, quelli che comprano ancora i dischi, quelli che sono un po' più attenti alla “musica nuova”. Spezziamo una lancia a loro favore per quanto riguarda i testi che questi giovani ragazzi, molto intraprendenti, sono stati capaci di scrivere e cantare con immenso fervore. Parole non banali, concetti non scontati, ma anzi, molto seri, che scaturiscono da delle menti fresche, eppure già così consapevoli di come in realtà vadano le cose – e cioè, a partire dal titolo Stare a galla, non sempre nel modo in cui vorremmo. Difficile però dire allo stato attuale delle cose se ci troviamo di fronte all’ennesima meteora o ad un gruppo per cui prospettare davvero un futuro.

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