Giorgia Del Mese
Ne avevamo già parlato tempo fa con Tipa ideale di Evy Arnesano: la discografia emergente italiana è femmina, ma, soprattutto, completamente autoprodotta e autopromossa. Giorgia Del Mese è un nuovo esempio di questo genere a metà tra il pop d’autore e le esigenze di un’industria in sbronza perenne.
Giorgia è una salernitana autentica, che si è fatta le ossa guadagnandosi i riconoscimenti degli addetti ai lavori al Premio Bianca D’Aponte nel 2007 e nel 2009, o al Premio Bindi, fino all’inserimento nella compilation La leva cantautorale degli anni Zero (qui il nostro articolo). Insomma, la ragazza non è passata inosservata. E finalmente eccola con questo suo primo LP, Sto Bene, album che è prima di tutto una bella dimostrazione di caparbietà e coraggio, un quid che emerge anche da queste dieci canzoni. La penna di Giorgia sceglie un’ironia garbata e dei colori musicali che, percorrendo il solco del pop-folk, non lesina leggere sterzate nel reggae e nel funk. Si passa dal manifesto d’intenzioni di Cattivo Tempo, alle solitudini di Non starmi a sentire e Scusa, e ci si scatena nella title-track Sto bene, dove asseconda la rabbia per un contesto decadente attraverso un sarcastico flusso di parole torrenziale. Finale con il simpatico l’inno antiestivo Odio l’estate (con ironico ammiccamento a Bruno Martino), la storia di crudele attualità di Ad alta voce e l’epilogo salsa-son di Forte dei Marmi.
Giorgia Del Mese ha ancora molto da dare, ma altrettanto da ricevere, lavorando soprattutto sulla stesura lirica e su un’interpretazione che (almeno su disco) a volte esce fuori quasi intimidita. Il pop d’autore è un mestiere impegnativo, ma si fa sempre in tempo a imparare.
01. Cattivo Tempo
02. Non starmi a sentire
03. Così così
04. Niente da espiare
05. Scusa
06. Sto bene
07. Odio l’estate
08. Ad alta voce
09. Parto
10. Forte dei Marmi