Stona
Stavolta cominciamo dalla fine: Santa pazienza. Questo il titolo del brano che chiude l'album di Stona, Storia di un equilibrista, la cui produzione artistica è stata affidata alle mani e all'ingegno di Guido Guglielminetti (capobanda di sponda De Gregori). Il brano, voce narrante e narrativa con il piano a sorreggere l'impianto sonoro, racchiude il meglio della memoria musicale che ci è più cara, dall'autore di Rimmel a Fossati al più recente Pino Marino, e accoglie in pienezza anche il testo più ispirato dell'album.
Un brano che non stanca all'ennesimo ascolto, differente ad ogni nuovo play, merito certo di un arrangiamento che alla perfezione fa distinguere ogni strumento e poi li riavvicina con sapienza, e della voce di Stona capace di raccontare quella sensazione comune che vede in un nuovo slancio la sola risposta possibile ad un'arrendevolezza troppo dolorosa.
La chiusura del disco è perciò la sua punta di diamante. Variopinto, poliedrico, un pop ben fatto che ha nella cura dei testi il forte elemento di distinzione, netto, apprezzabile e indiscutibile, che stacca almeno di un paio di gradini l'album dal calderone del genere nel quale va a prendere posto. Un po' di elettronica che non fa male, quando è limitata (e qui lo è) a colorare le linee melodiche (tra le migliori il duetto con Chiara Ragnini in L'Agio del naufragio); qualche influenza latina che si traduce non solo nella ritmica ma nell'immaginario all'interno del quale fluttuano i brani, il mare aperto, il percorso di cui non si conosce la meta, le incertezze comuni alla vita di ciscuno.
Detto questo, una nota stonata c'è, ed è la poca vicinanza emozionale che questi dieci brani riescono a creare. Nella lineare piacevolezza dell'ascolto, nell'ottima produzione dai contorni definiti, è come se mancasse quel briciolo di emotività in più, quello "sporco" che rende in un disco tutto meno perfetto ma che lascia più spazio all'immedesimazione, al sentire comune. Sia chiaro, non è del tutto assente ma è certamente l'elemento più altalenante dell'album; e questo ha la principale conseguenza di fare entrare ed uscire l'ascoltatore dal racconto, senza mai trattenerlo con sè per davvero; con buona pace dell'empatia, elemento fondante e imprenscindibile della magia che nasce tra la canzone e chi la ascolta. Ma i fondamentali ci sono, anche perchè siamo di fronte ad un autore che si affaccia adesso al grande pubblico. Ora partono i live in giro per l'Italia, e con un po' di (santa) pazienza tutti i tasselli andranno a posto.
01. Storia di un equilibrista
02. Nel mio armadio
03. Streaming
04. Belladonna
05. L'Agio del naufragio
06. Troppo pigro
07. Gamberi
08. Mannequin
09. Sonar
10. Santa pazienza
Stona: voce, chitarre acustiche e eletriche, tastiere, programmazioni, percussioni, piano elettrico - Guido Guglielminetti: basso, contrabbasso, piano, tastiere, programmazioni - Elio Rivagli: batteria - Carlo Gaudiello: piano - Chiara di Benedetto: violoncello - Chiara Ragnini: voce in "l'agio del naufragio"