Gang, Massimo Priviero, Daniele Biacchessi
Il Paese della vergogna, album e rappresentazione teatrale del 2009, aveva visto i Gang e Daniele Biacchessi incontrarsi sul palco di tutta Italia per raccontare, con parole e con canzoni, alcune delle storie “vergognose” che hanno attraversato la nostra vita e quella di tutto il nostro dopoguerra. Grande è stata l'attenzione data a questo progetto che ha fatto sì che ai narratori già citati si unisse un altro grande “cantastorie”, Massimo Priviero, capace di grandi tensioni rock insieme a canzoni intrise di passioni, tensioni, dolcezze. Questo originale ensemble, con storie e provenienze differenti (ma obiettivi comuni) può essere identificato come una sorta di mutazione genetica di Woody Guthrie dal punto di vista della proposta musica ma, negli intenti culturali e politici, le loro e le loro voci richiamano la famosa scritta apposta sulla chitarra del novello Omero americano: «This machine kills fascists».
Il loro ultimo lavoro, Storie dell'altra Italia, registrato dal vivo nell'Auditorium della Camera del Lavoro di Milano il 28 ottobre dello scorso anno, è il sincero attestato alla coerenza, musicale, artistica, sociale, politica, di questi artisti che hanno fatto della loro vita e della loro arte un unicum difficilmente scindibile. Chi conosce i percorsi artistici di questi musicisti ritroverà coerenza nell'incontro tra Daniele Biacchessi, con i suoi testi e le sue indignazioni, e l'impianto complessivo della storia e delle passioni dei Gang e di Priviero, in una naturale condivisione di un alto senso dell'essere artisti: aiutare a crescere dal punto di vista dell'attenzione a ciò che ci circonda.
Questo rappresentano le parole di Biacchessi, in particolare nei monologhi di Storie degli anni '70, con la descrizione, angosciante e ficcante, di tante giustizie mancate, oppure della lettura di brani laceranti da La salmodia della speranza di Padre Turoldo. E cosa dire di quanto descritto dai Gang in una canzone al tritolo come è Duecento giorni a Palermo che racconta di mafia e connivenze, oppure in quello straordinario esercizio di rabbia e tenerezza contenuto in La pianura dei sette fratelli che ad ogni ascolto non finisce mai di commuovere? Massimo Priviero non è da meno e canzoni come Pane, giustizia e libertà si incuneano nella mente con le immagini tratte da un tempo passato ma, se lo vogliamo, anche continuamente accanto a noi. E cosa dire, poi, di Nessuna resa mai, un grande inno al desiderio di non arrendersi.
Qualunque cosa accada, qualunque disavventura si possa incontrare. Queste sono canzoni di dignità che chiedono giustizia. E se questa non arriverà da chi dovrebbe darla che almeno non abbandoni la nostra speranza, il nostro desiderio di non essere ignavi, privi di senso e di dignità. «Con le canzoni non si fan rivoluzioni» cantava Guccini però, almeno, aiutano a salvarci la vita. Quella interiore e profonda. Quella che ci procurava le emozioni raggiunte da bambini e poi, quasi svanite una volta diventati adulti.
http://www.danielebiacchessi.it/biacchessi.htm
http://www.thegang.it/
http://www.priviero.com/home.htm
CD 1
01. Storie di alpini
02. La strada del Davai
03. Su in collina
04. Storie di resistenza
05. Pane, giustizia e libertà
06. La pianura dei sette fratelli
07. Storie di salmodie della speranza
08. Splenda il sole
CD 2
01. Paz
02. Storie degli anni '70
03. Nessuna resa mai
04. Duecento giorni a Palermo
05. Storie dell'altra Italia
06. Lettera al figlio
07. Sesto San Giovanni
Daniele Biacchessi: voce narrante, testi, regia, armonica in Sesto San Giovanni Massimo Priviero: chitarra acustica e voce Marino Severini: chitarra acustica e voce Sandro Severini: chitarra elettrica Onofrio Laviola: pianoforte e tastiere