Enrico Sauda
Enrico Sauda è un "nipote" d'arte. Suo zio infatti è stato un ottimo batterista, molto noto nella Brescia che cominciava a muovere i primi passi nella musica rock, nei favolosi anni '60.
Enrico nasce a Brescia il decennio successivo e si appassiona alla chitarra fin da piccolo, andando a lezione da diversi maestri e cominciando ad assorbire come una spugna le dodici classiche battute del blues.
Partecipa a diverse formazioni, come i Triple Trouble, Henry & The Blue Train e soprattutto il progetto rock-blues d’autore Granny Says, del quale Enrico è attualmente voce, chitarrista e compositore principale. Con la Granny Enrico realizza due cd, oltre a vantare altre collaborazioni importanti, come quella con il rocker Riccardo Maffoni (anch’egli bresciano, di Orzinuovi) per il tour estivo del 2007 e la partecipazione a festival nazionali e internazionali condividendo il palco con diversi artisti, tra cui Eugene “Hideaway” Bridges, Tishamingo, Nine Below Zero, John Mayall, John Campbell John, Eric Sardinas.
Una lunga storia quindi quella di Enrico Sauda, che sta alla base di una carriera solistica che vuole (anche) essere per lui una diversa maniera di comunicare musica rispetto alla Granny, il cui progetto rimane ancora decisamente aperto. In particolare Enrico, autore dalla vena straordinariamente fertile, ritiene che sia maturo il momento per aprire una nuova pagina della sua vicenda, iniziando a scrivere canzoni con testi in italiano, un’esigenza non così scontata per uno visceralmente legato alla classica lingua del blues, l'inglese. Ne è uscito così questo suo disco d'esordio da solista, dal titolo fulminante di Stupore. Un lavoro uscito di getto, totalmente autoprodotto, fatta eccezione per la grafica del bravo Luca Ducoli.
Abbinato a Stupore c'è il cd Link in a chain (due al prezzo di uno quindi…), questa volta cantato in inglese, dal sapore torridamente blues. Blues che influenza naturalmente anche Stupore, il quale però non ne diventa schiavo, ma anzi, mostra interessanti aperture verso la canzone d'autore. In controtendenza rispetto al resto dei cantanti oggi in circolazione Enrico recupera anche la lezione storica del cantautorato italiano, il voler cioè dare significati profondi e ‘spessi’ ai suoi testi, evitando banalità e superficialità. In particolare Enrico Sauda affronta il tema della salvaguardia del creato, un'attenzione all'ambiente che significa cura di ciò che di bello abbiamo attorno a noi. In questa direzione va L'unico mondo che abbiamo, folk-blues dal testo incisivo, cantato con voce arrochita e vissuta. Un brano per non dimenticare e da non dimenticare, che parla di ambiente dilaniato ma anche di libertà messa in discussione. Bellissima è la seconda traccia, Lettera dal fronte, che si apre col padre "gongolante nel vedere il figlio" che parte per la guerra e si sviluppa poi attorno alla speranza recondita di tornare, "chissà se mai ritornerò, se una medaglia mai avrò". Una canzone che rimanda ad un'altra famosa canzone che contiene il dramma umano e psicologico del soldato, La guerra di Piero.
Un album di debutto nato quasi per scommessa - scritto, suonato, registrato e, come dicevamo, prodotto in totale autonomia - ma che mostra momenti di grande forza, sia a livello musicale che lirico. Direi riuscito il tentativo di innestare il blues nella canzone d'autore, che a ben guardare ha ben pochi riferimenti in Italia, salvo qualche “grande nome” che però, personalmente, lascia ben più di qualche dubbio soprattutto nella parte dei testi. Qui invece lo spessore dei contenuti e le tematiche affrontate (i diritti civili, la libertà, l'ambiente, la magistratura, il destino dell'umanità) ci sembrano incisivi e calzano a pennello con il tessuto musicale che Enrico gli ha creato intorno.
Per essere la “prima volta” di una scrittura in italiano per Enrico possiamo dire “esame superato”, anche se dopo aver evidenziato positivamente i contenuti, in alcuni brani e in alcuni passaggi sarebbe servita una maggiore levigatura, alleggerendo magari anche qualche rima di troppo. Comunque un disco riuscito, che ci presenta un cantautore dalle grandi prospettive, che andranno misurate con una produzione adeguata alle sue potenzialità.
01. Immagina
02. Lettera dal fronte
03. La stagione delle bacche di rosa
04. Un nuovo fiore
05. Tragitto di fuoco
06. Aspettando la pioggia
07. L'unico mondo che abbiamo
08. Cuore di salice
09. Gerry il vagabondo
10. Non cambierà niente
11. Così vicino
12. Compagni di scuola
13. Torrenti di memoria
14. Ultimo testamento
Enrico Sauda (musica, testi, arrangiamento)