Alessandro Hellmann
Una voce italiana, una band polacca, il comune amore per il jazz, forse anche per il blues, quello che viene da lontano, dagli States, il tutto trasportato, come recitano le note, in “una casa sperduta nella campagna ai margini di Olesnica”…
Se la vita è, spesso, fatta da incontri, ebbene questo incontro è all’insegna della sincerità, della schiettezza, del trovarsi bene insieme; suoni caldi, zero elettronica, (ci tengono a precisarlo, ma si sente “ad orecchio”…), una produzione artigianale, quasi “ruspante”, ma per nulla approssimativa o priva di finezze; e poi chi l’ha detto che i Balcani sono così lontani dall’assolato sud?
Le tue mani cantano dell’incontro fra due emisferi, geografici, umani, musicali, con assoluta naturalezza, malinconia, ma anche l’allegria dei ritmi sincopati.
Intendiamoci, c’è anche, e molta, Italia: Dormi è un (involontario, forse) omaggio a Fabrizio De Andrè, ed in Giorni strani si percepisce quello stile molto caro a Samuele Bersani o Daniele Silvestri.
Alessandro Hellmann si affida ai suo compagni di viaggio, alla loro sensibilità, alla capacità di “leggere” i brani prima ancora di interpretarli; la sua voce, poi, dai toni quieti, pacati, ma calda nell’intonazione, aggiunge quel tocco di malinconia che, come detto, caratterizza questo incontro di ritmi, di suoni, di colori; in Sulla spiaggia la tromba di Tadeusz Nestorowicz è strepitosa nel saper interpretare questi sentimenti con una sensibilità davvero notevole.
E che la band sia davvero carica di grinta lo testimonia il groove di Blues for GJMJ, in cui i sei musicisti, quasi fossero sotto l’occhio divertito di Hellmann, si lasciano andare ad un blues senza freni, una sorta di jam session apparentemente improvvisata, in cui la briglia è, come si suol dire, sciolta.
Cronaca di un incontro, dunque, passato fra strumenti musicali, “un numero ragionevole di birre e caffè”, otto ore per mettere su nastro le proprie sensazioni, le proprie ispirazioni, senza fermarsi troppo a ragionarci sopra.
La spontaneità è, peraltro, una delle caratteristiche principali dell’album, per cui i brani sembrano usciti quasi di getto, una sorta di “buona la prima” insomma, senza dover registrare troppe “take” e decidere dopo quale possa essere la migliore se non… quella appena fatta.
01. Gas per Chopin
02. Di cosa parliamo quando parliamo d’amore
03. Le tue mani
04. Dormi
05. Giorni strani
06. A mia madre
07. A volte ritornano
08. Sulla spiaggia
09. Blues for GJMJ
10. Interno notte
11. Hejnat Miastra Wroclaw
Alessandro Hellmann: voce Bogdan Grudner: pianoforte, Hammond Wojitek Jaworski: piano Rhodes, Hammond Janusz Brzozowsky: chitarra Marek Blaszczyk: basso Jaroslaw Borek: batteria Tadeusz Nestorowicz: tromba