Polverfolk
Quando in Italia ben pochi conoscevano e/o suonavano musiche e canzoni di origine anglo-scoto-irlandese, il Collettivo Musicale Polverfolk c’era. Oggi che ben pochi suonano musiche e canzoni di origine anglo-scoto-irlandese, il Collettivo Musicale Polverfolk c’è ancora. A riprova di una passione e di un amore non episodico o modaiolo bensì di un rapporto con la musica, con uno stile ed una cultura che sono avvicinate, percorse e sentite in maniera profonda e sincera.
Tanti anni sono passati dall’inizio dell’esperienza di questo gruppo (che ha origine nella provincia di Varese) che ha visto passare tra le sue fila vari musicisti e che ha saputo mantenere inalterato il senso autentico di passione e rigore artistico filologico che ha dato vita alla loro esperienza (non solo musicale). Questo nuovo lavoro, “Sunflowers”, composto da brani tradizionali, tranne Sunflowers suite, dà ancora una volta ragione alla passione ed alla sincerità profonda che ha animato oltre trent’anni di storia musicale di questo gruppo composto da appassionati musicisti non professionisti che, paradossalmente, diventano altamente professionali in sala prove, in concerto, in sala di registrazione.
Questo loro nuovo lavoro è tutto da ascoltare e da assaporare nella sua piacevolezza e nel suo rigore (segnaliamo, a mò di esempio, l’appassionante partenza a cappella di Donkey riding, con la sempre suggestiva voce di Duilio Garzolino, ed il suo morbido sviluppo ritmico) . Un brano come Mc Pherson’s lament, ad esempio, è l’emblema forse più evidente di come si possa entrare in culture altrui senza essere invadenti ma riportando tutto con grande maestri, sobrietà, delicatezza, amore (con un plauso particolare alla cornamusa scozzese suonata dal bravo Roberto Rainaldi). Già, perché l’amore per una cultura ed uno stile musicale è nelle corde più profonde dei Polverfolk e perché questo sentimento è più forte di qualunque risultato commerciale i componenti del gruppo possano avere mai pensato di ottenere.
“Sunflowers” è un davvero un bell’ascoltare all’inizio dell’anno. Consigliato per appassionati del genere e per chi, invece, vuole fare i primi passi per capirne/carpirne l’essenza.
01. Mormond braes suite
02. An dro
03. The lowlands of Holland
04. When I was a fair maid
05. The marching set
06. Donkey riding
07. Mc Pherson’s lament
08. Sunflowers suite
09. The well below the valley
10. Christmas day in the morning
11. Son ar chistr
12. Tranent muir
13. Slow airs
Adalberto Zappalà: Mandolino, basso acustico, chitarra acustica, cori Augusto Gentili: Whistle, flauto irlandese, cucchiai, bodhràn, basso acustico, basso fretless, contrabbasso elettrico Daniele Rigamonti: Bodhràn, cajon, percussioni, bones Dario Cecchin: voce e cori Duilio Garzolino: bouzuki, chitarra acustica, voce e cori Elisa Madrigali O’Shea: chitarra acustica, voce e cori Roberto Rainaldi: cornamusa scozzese Vittorio Mazzola: sound engineer