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Alessandro Mannarino

Supersantos

«I panni s'asciugano soli e 'sto freddo non viene da fuori, ce l'ho dentro», canta Alessandro Mannarino nel suo ultimo lavoro discografico, e se a raccontarci le sue storie sente il morso di questo maledetto gelo, gli chiediamo di stringere i denti ma di non rinunciare a cantare, a raccontare, a maledire e ringhiare e a sorridere di sguincio tra un accordo e l'altro.

Certo, poi verrà quello che vi dirà che l'uso di una lingua meticcia e certe sonorità rimandano a questo, che poi a sua volta cucinava suoni e odori di quell'altro dall'altra parte del mare, e del resto anche quell'altro con la voce arrochita ad arte... - che palle. Non si sopportano più questi esperti supponenti che, invece delle emozioni, conservano elenchi di rimandi e derivazioni, intuiscono sempre un già sentito e gridano al plagio ogni volta. Fosse per loro, si dovrebbe partire da zero e cantare come nessuno mai. Sono poi gli stessi che hanno le pietre miliari a cui riferirsi con odori d'incenso che si spargono, elenchi di maestri imperdibili, e compilano nei social network elenchi di titoli e ricette della felicità che cozzano con certe facce dal vivo che tutto esprimono tranne passione e morsi alla vita.

Ecco a quella razza lì, razza che spesso tiene banco, forse Supersantos di Mannarino non piacerà, perchè questo disco ammicca, ricuce, lacera, riprende e molla in mezzo alla tangenziale dei suoni cose recuperate alla tradizione popolare, alla maledetta musica contaminata di un ideale campo nomadi parecchio elettrico, che balla dondolando storie di margini, con la testa piegata sulla spalla di un Tom Waits colla faccia scura. Uno storyteller di razza, Mannarino: ci piace parecchio, a partire dal recupero mnemonico del Supersantos, totem di tutti i sudori accaniti di bambino. E accanite sono le storie che si intrecciano sempre a margine di una città che immaginiamo affannata, in bilico tra gloria e rovina.

E ci troveranno schegge di Capossela, forse pure di Sirianni e via così di liana in liana sonora. Ma se ci liberiamo l'anima dall'inghippo critico daremo spazio alle storie e alla potenza espressiva, e il tempo speso per l'attenzione sarà un bell'investimento per la vita e i giorni. Cercatelo dal vivo.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 45:07
  • Etichetta: Leave

Elenco delle tracce

01. Rumba magica
02. Serenata lacrimosa
03. Statte zitta
04. Quando l'amore se ne va
05. L'era della gran pubblicité
06. Serenata silenziosa
07. Maddalena
08. Mary Lou
09. Merlo rosso
10. L'onorevole
11. L'ultimo giorno dell'umanità

Brani migliori

  1. Statte zitta
  2. Maddalena
  3. Serenata silenziosa