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Piccoli Animali senza Espressione

Sveglio fantasma

Se non trovate il batterista, non cercatelo all’interno dei credits, perché non c’è proprio: si trova inserito, elettronicamente, fra le pieghe del suono sviluppato da un campionatore perché, alla fine, se un album vuole essere davvero “minimal”, che minimal sia, in tutto e per tutto. Il suono dei Piccoli Animali senza Espressione è realmente frutto di un lavoro profondo, effettuato attraverso l’uso di pochissimi strumenti e, grazie anche alla produzione di Tenedle, al secolo Dimitri Niccolai, ha mantenuto nel suo sviluppo le caratteristiche di essenzialità attraverso le quali è stato concepito. Dall’intreccio fra elettronica e strumenti “a corda”, basso, chitarra e…piano (già, il piano, che suona anch’esso attraverso delle corde), scaturisce un suono che a tratti risulta solare, molto ampio, luminoso, brillante, mentre in altri passaggi l’impressione è che il gruppo propenda verso la ricerca di una espressività più meditativa, non propriamente “scura” ma certamente più raccolta ed intima.

Il minimo comun denominatore, del tutto evidente anche solo ascoltando La teoria delle stringhe e La mia parte lagunare, che sono i primi due brani dell’album, è il senso di un continuo movimento. Sveglio fantasma è un album che a volte cammina, altre volte corre, ma anche nei passaggi più riflessivi non pare mai avere intenzione di fermarsi: in una sorta di riedizione musicale della teoria delle faglie, gli strumenti “fisici” sembrano quasi scivolare sopra le basi ed i loop elettronici, in una sorta di continuo e sistematico rincorrersi al quale le voci offrono un sicuro ancoraggio, capovolgendo di fatto la consuetudine per cui la ritmica è, tradizionalmente, il perno attorno al quale ruotano i pezzi. Se non fosse un parallelo molto azzardato, e probabilmente azzardato lo è davvero, il terzo lavoro dei Piccoli Animali senza Espressione si potrebbe considerare quasi una sorta di punto di incontro tra l’elettro pop ed alcune caratteristiche dello space rock, non tanto nella espressione strettamente musicale, certamente meno ruvida ed ossessiva, quanto invece nella capacità di associare, alla ripetitività dei loop, l’ampiezza e la dinamica degli spettri sonori e dei timbri strumentali utilizzati: la band toscana riesce a creare un vero e proprio universo, privo di qualsivoglia asperità e decisamente “liquido”, all’interno del quale si avventura in una serie di viaggi dalle differenti caratteristiche.

Un modo differente, per certi versi eterogeneo, di creare musica pop, in cui poco importa alla band il fatto di fissare dei riff o dei passaggi più o meno riconoscibili, quanto invece di affascinare l’ascoltatore e condurlo verso lo step successivo, irrilevante che sia esso un passaggio ritmico o una costruzione armonica: l’importante è catturare la sua attenzione attraverso l’attesa verso ciò che succederà dopo, ed è proprio questa l’esemplificazione evidente di quel senso di continuo movimento già sottolineato. In quale spazio, e verso dove, si svolga questo viaggio è lasciato totalmente all’immaginazione di chi ascolta: possono essere mondi del passato, Oltremare, Lupa, oppure altri mondi o galassie sperdute, Luminoso o Luce astrale, ma anche l’inconscio di Vicolo d’oro: ciò che conta è stimolare e favorire il continuo desiderio di ricerca e la curiosità della scoperta.

Mettetevi comodi, si decolla fra poco, ed intanto rilassatevi con Tracce separate

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tenedle
  • Anno: 2017
  • Durata: 43:40
  • Etichetta: Sussurround/Materiali Musicali/Goodfellas

Elenco delle tracce

01. La teoria delle stringhe
02. La mia parte lagunare
03. Come il quadrato
04. Luminoso
05. In cammino
06. Il punto e la linea
07. Oltremare
08. Lupa
09. Luce astrale
10. Vicolo d’oro
11. Tracce separate

Brani migliori

  1. La teoria delle stringhe
  2. La mia parte lagunare
  3. Luminoso

Musicisti

Edoardo Bacchelli: voce  -  Andrea Fusario: basso  -  Filippo Trombi: chitarra, cori  -  Nabil Salameh: voce  - Mauro Grossi: piano