Paolo Bonfanti
Takin’ a break è il nuovo atteso disco di Paolo Bonfanti, chitarrista/cantante/autore che, grazie alla prolifica carriera solista, ai gruppi di cui ha fatto (Big Fat Mama) o fa tuttora parte (Slow Feet) e soprattutto alla quantità di concerti che in svariate formazioni lo vede protagonista, ha ormai raggiunto la meritata notorietà. Il suo ultimo lavoro, Canzoni di schiena (2009) lo aveva visto affrontare un intero album in italiano e in dialetto genovese, dopo le confortanti critiche ricevuto dall’Ep Io non sono io (2004).
Con Takin’ a break, Paolo ripropone un intero progetto in lingua inglese e lo fa in grande stile, sfornando quello che è probabilmente, sino ad oggi, il suo migliore album. Volendo ben guardare, tolti i succitati progetti in italiano, Gamblers, in coppia con Jono Manson e The Chosen Few, essenzialmente composto da cover, è ben dal 1999 con On The Outside che Bonfanti non propone, come solista, un intero disco di inediti in inglese. Takin’ a break è composto da dieci tracce originali, un viaggio a 360° nella musica americana. Non manca nulla, il country dell’iniziale Dark and lonesome night, arricchita dal violino di Fabio Biale ma anche rock, blues, folk, roots-rock e, grazie alla fisarmonica di Roberto Bongianino, addirittura contaminazioni con lo Zydeco (Isolation row). Ruolo fondamentale è recitato anche dal nucleo fisso della band, composto dall’immancabile Alessandro Pelle (batteria e percussioni) da Stefano Risso (basso) e dal produttore Giorgio Ravera, leader dei La Rosa Tatuata, ottimo musicista, e da alcuni anni apprezzato produttore in ascesa. Il CD è dedicato ad Umberto Tonello, amico, manager e agente di Paolo, purtroppo prematuramente scomparso.
Di sicuro non è dal punto di vista musicale che Bonfanti sta “prendendo una pausa” (Takin’ a break). In contemporanea a questo lavoro infatti sono usciti altri due suoi interessanti progetti che è doveroso citare. Il primo è Purple House, album in coppia con il bassista/cantante David James, noto per essere stato il leader dei Fish Heads & Rice, interessante gruppo blues/rhythm & blues prodotto dalla Appaloosa e autori di 3 positivi e tuttora ricercati CD. È un lavoro differente stilisticamente rispetto a Takin’ a break, più legato al blues, al soul ed al rhythm & blues, grazie alla particolare e calda voce di James, ma è senza dubbio positivo anche se, purtroppo, per ora è disponibile solo ai concerti o tramite il sito di Paolo Bonfanti.
Il secondo è Bottleneck Guitar un valido ed esaustivo manuale dedicato alla chitarra Bottleneck a cura di Fingerpicking.net ed edito dalla Carisch. Paolo affronta in modo schematico e graduale questo stile chitarristico dando il giusto spazio non solo agli esercizi di tecnica ma anche ai cenni storici, alla strumentazione, ed ai principali artisti del passato ed attuali che lo hanno reso celebre. Non è sicuramente un manuale dedicato ai principianti, per forza di cose: non ci si avvicina certo ad uno strumento come la chitarra partendo da uno stile così particolare e dedicato ad un certo ambito. Chi però ha già una discreta pratica sullo strumento e vuole iniziare od approfondire questa tecnica, troverà in questo libro il giusto aiuto. Il tutto è corredato da un CD esplicativo delle parti musicali trattate. A voler essere sofisticati, sarebbe stato interessante, nell’era della multimedialità, allegare un DVD anche video, al posto di un CD solo audio.
Con questi progetti Paolo Bonfanti si conferma un artista versatile, maturo anche dal punto di vista compositivo ma al contempo in continua crescita. Una bella conferma.
01. Dark and lonesome night
02. Shoot ‘em all down
03. Nowhere fast
04. I got a mind
05. Isolation row
06. Between me and you
07. Late again
08. Hands
09. Meteorology
10. Takin’ a break
Paolo Bonfanti: chitarre, voce, basso (in 04) Alessandro Pelle: batteria, percussioni Stefano Risso: basso Roberto Bongianino: fisarmonica, chitarra elettrica (in 06) Fabio Biale: violino (in 01) Giorgio Ravera: loops e noises