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Andrea Oggioni

Tamait

Posto a un ipotetico crocevia fra cantautorato e musica di gruppo, questo album raccoglie in qualche misura pregi (spesso) e (più di rado) limiti dei due universi (di frequente sovrapponibili, si capisce). Molto ricca è per esempio la ricerca testuale, più però sul piano fonetico-evocativo (vengono utilizzati l’arabo, il francese, il catalano, il greco, oltre ovviamente all’italiano) che non, magari, strettamente contenutistico, versante sul quale non manca qualche leggerezza, che non risparmia, a volte, neppure l’impianto musicale (anche se, qui, è magari il caso di parlare piuttosto di levità), altrove a sua volta molto ricercato, elegante e intriso di spezie.

A farla da padrona è ovunque la componente acustica, il che costituisce un sicuro valore, con le corde (chitarre, ma anche archi, bouzouki, ecc.) a dettare, in buona sostanza, modi e tempi delle varie “stazioni”. Marcato è ovviamente l’accento etnicizzante (mediorientale, in particolare), e ciò, in maniera eloquente, fin dall’iniziale Metamos, tra i vertici del disco, in cui un’indiscutibile suggestione è generata dal rimpallare fra cantato e parlato. La mer (nessuna relazione con l’omonimo capolavoro di Trenet) e Sentito mai, che seguono, hanno in comune un profumato prologo chitarristico, mentre il multilinguismo che caratterizza l’intero lavoro incontra uno dei suoi episodi più spinti in Me t’animo (ma del resto già nella citata La mer, e più oltre soprattutto in Q-jaydè). La vocalità femminile, altro fil rouge dell’album, s’impone poi nei due brani che seguono (Pensieri appesi e Leggera), pur separati dal tono decisamente più pacato (a tratti quasi acre, nel canto di Oggioni) che contraddistingue il secondo, trovando la sua massima espressione nella polivocale, elegantissima La gravosità. Chiude lo strumentale Skema munduli, che nella sua essenza chitarristica (in sottordine si ascolta anche il pianoforte) in qualche modo emblematizza e compendia l’intero lavoro. I cui pregi sono indiscutibili.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Andrea Oggioni
  • Anno: 2009
  • Durata: 34:17
  • Etichetta: Zone di Musica

Elenco delle tracce

01. Metamos

02. La mer

03. Sentito mai

04. Me t'animo

05. Pensieri appesi

06. Leggera

07. Musicantei

08. La gravosità

09. Q-jaydè

10. Skema munduli

Brani migliori

  1. Metamos
  2. La mer
  3. La gravosità

Musicisti

  Andrea Oggioni: voce, chitarre, basso elettrico, saz, nashaktar, piano
Domenico Venturi, Filiò Sotiraki, Giorgio Pizzala, Sandra Cotronei, Xavier Rebut: voce
Eugenio Colombo, Francesco Leonardi: flauti
Lucia Dorelli: viola, violino
Luigi Martino: violino
Maria Olga Greco: arpa Emanuele Tomasi: batteria
Nour Eddine: percussioni, bouzouki, voce
Sunjay Kansa Banik: tabla

Riccardo Diana: voce narrante in #01
Quartetto Urbano: voci in #08