Il Registratore
Forse questo album andrebbe davvero ascoltato su musicassetta, in barba al digitally correct. Forse, anche un po’ per sfregio all’elettronica che ha una parte fondamental-importante in questo secondo lavoro dei bresciani Il Registratore, duo inossidabile se non altro dal punto di vista genetico (i due makers, Mario e Dan, fanno entrambi di cognome Martinazzi).
Tape Counter Reset (ve li ricordate i tape counter sui vostri stereo, vero?), appunto, tenta un reboot dei generi musicali più per assemblaggio che per contaminazione. L’approccio è certo artigianale (ergo attentissimo), ma allo stesso tempo artisticamente schizofrenico. E per questo, curiosamente interessante – anzi, tragicamente attraente.
Con ordine: si parte con Middle Class Refugee, taglio sardonico sulla fantasmagoria borghese; New Town passa dalle parti dei R.E.M. con suoni plasticosi e liriche dimenticabili; Luz del Alba salda l’ambient a sviluppi watersiani e poi prog per un affresco di alienazione post-urbana; Promenade (architettura pop) sembra scritta da una Lady Gaga ripiazzata a metà anni 90 (che sarebbe quasi come metterla dietro i fornelli); Shades sceglie la visualità cromatica e un traverso jethro-tulliano su tappeto elettronico per elevarci a suggestioni superiori, mentre Evening Rendezvousci riporta a saturazioni più latineggianti. Esplosione con Back Home, in cui torna l’aesthesis floydiana in una sorta di Great Gig in the Sky per campana, sporcata di funky e di ritmiche ancestrali, quasi un tentativo di sintonizzarsi all’origine di tutto. Chiusa affidata a Let Me Ine al trasporto minimalista di Goodnight.
Appunto, un’attenzione artigianale al prodotto che urla comunque necessità di suoni freschi, e una più chiara bussola compositiva: quest’amalgama post-genere trasversale ai brani sembra muoversi troppo per scomparti, quasi senza soluzione di continuità o ragion d’essere. Il trasporto pre-razionale, o meglio analogico, vagheggiato fin dal titolo va sostanzialmente a farsi friggere, a confondersi in acque ancora salubri (per capacità compositiva e sprazzi d'intuizione), ma già piuttosto stagnanti.
01. Middle class refugee
02. New town
03. Luz del alba (Part I)
04. Luz del alba (Part II)
05. Promenade
06. Shades (Part I)
07. Shades (Part II)
08. Evening rendezvous
09. As memories go by
10. Back home
11. Let me in
12. Goodnight
Mario Martinazzi: voce, tastiere, basso, programmazione, archi, batteria Daniele “Man” Martinazzi: chitarre, batteria, voce in 08 Alberto Baroni: voce in 02, voce addizionale in 04, 11