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Francesca Incudine

Tarakè

Diversi sono i gesti, i riti con cui si esprime un desiderio: si guarda una stella cadere e si lega un sogno a quella caduta, si stringe un ciglio tra le dita e poi lo si lascia andare accompagnato da una speranza, si coglie un soffione e se ne soffiano i petali affidando al vento anche un desiderio… Gesti diversi, accumunati dal “lasciar andare”: il desiderio è qualcosa che nasce nell’intimo, e quando espresso è affidato al vento, lanciato nel mondo.

Sono undici desideri, undici speranze che ne portano con sé tante altre, le canzoni che compongono Tarakè, il secondo disco della cantautrice Francesca Incudine. Radici siciliane e anima che appartiene al Mondo, Francesca con il secondo album si conferma una delle migliori voci del panorama femminile italiano. Una carriera strettamente radicata alla sua terra, spesso cantata nei brani che mescolano dialetto siciliano e italiano, che l’ha portata a vincere alcuni tra i più prestigiosi premi musicali italiani, come l’Artista che non c’era o il Premio Parodi.

Tarakè è il fiore del tarassaco, il soffione. Colto di certo in un prato siciliano, che è famiglia e casa, i suoi semi vengono da Francesca affidati al vento, perché si posino nel mondo e possano mettere radici nuove. Come semi sono nate le canzoni di questo disco che mescola con eleganza sonorità tipiche della world music con un pop elegante e raffinato. Nella delicata ballata Di notti nasciunu i canzoni Francesca racconta proprio la nascita delle canzoni, una nascita intima, notturna, silenziosa…che si completa con la danza del giorno, al sole, quando le canzoni lasciano il petto e incontrano gli altri.

Le storie raccontate sono storie di viaggi, speranze, cambiamenti, cadute…sono storie che non stanno ferme, proprio come i desideri, viaggiano nel vento, incontrano altre persone, altre storie… Proprio come i sogni e le speranze, le storie di Francesca lasciano il porto sicuro di casa per aprirsi all’Altro.

Così accade nei suoi brani che trattano il tema dell’amore: Rosa Spinosa e Quantu Stiddi, in cui si canta un amore che non è possesso ma appartenenza all’altro, un amore che non è statica sicurezza ma trasformazione e cambiamento costante.

Il Viaggio poi è un’altra delle tematiche portanti di questo album, che sia il viaggio per mare di disperata speranza dei migranti – una condizione, quella di migranti, che per lo meno a livello esistenziale ci accumuna tutti, nonostante la cecità di chi crede di possedere una terra – o il viaggio di “conquista” intellettuale di Gutierrez e Colombo, mossi dalla curiosità per il mondo. Tarakè è anche il titolo di uno dei brani musicalmente più riusciti ed esemplificativi della poetica musicale della Incudine, in cui il viaggio è quello delle Idee e delle parole, che restano oltre il passaggio degli uomini. In questo brano l’incontro tra world music e pop è particolarmente fortunato, sottolineato dalla bellissima voce di Francesca che scivola perfettamente sulla musica.

E quello di stelle comete, semi nel vento, è il viaggio delle donne che persero la vita il 25 marzo 1911 a New York nella “fabbrica delle camicette bianche”: stelle cadenti, speranze sfuggite precipitando all’incendio che le avrebbe uccise, cantate nel brano No name.

Questo è il potere della Parola e della Musica: dare voce alle storie, alle persone, raccontare il loro viaggio e renderlo eterno. È il potere de Na bona parola cantata dalla Incudine, la parola buona, gentile, che vinca la maldicenza e l’invidia. È il potere di queste canzone lanciate nel mondo come guerriere di una battaglia da combattere con la Parola, come le ha definite Francesca: «la parola che si eleva, che salva e trasforma, la parola gentile che sa fare della diversità ricchezza, la parola che si riempie di meraviglia quando a dirla è un bambino, la parola che si fa poesia per raccontare anche del dolore più atroce».

Tarakè è il disco del viaggio e dell’inquietudine, del turbamento che spinge ad una partenza, perché le parole di Nietzsche «bisogna ancora avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante» non restino solo lettere su una maglietta.


La recensione di questo disco è dedicata a Marielle Franco: che le sue parole, la sua storia e le sue lotte possano essere semi nel vento, fecondi.

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Francesca Incudine, Carmelo Colajanni, Manfredi Tumminello
  • Anno: 2018
  • Durata: 48:00
  • Etichetta: Isola Tobia Label

Elenco delle tracce

01. Rosa Spinusa
02. Tarakè
03. Di notti nasciunu i canzuni
04. Quantu stiddi
05. No name
06. Gutierrez
07. Linzolu di mari
08. Dormi figgi
09. Frore in su nie
10. Na bona parola
11. Come fussi picciridda

Brani migliori

  1. Tarakè
  2. Gutierrez
  3. Frore in su nie

Musicisti

Francesca Incudine, Carmelo Colajanni, Manfredi Tumminello, Raffaele Pullara, Salvo Compagno, Giorgio Rizzo, Valentina Tumminello, Lorenza Denaro: voce in intro di No Name , Giuseppe Incudine: voce in Na bona parola