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Ennio Rega

Terra sporca

A poco meno di sei anni dal precedente Arrivederci Italia, Ennio Rega torna a noi con un nuovo, densissimo album che si porta dietro tutta una serie di considerazioni, la prima e principale delle quali riguarda appunto la succitata densità: Rega è sempre stato artista “pieno”, anche per quanto testo riesce ad attorcigliare alla sua musica, a farci entrare dentro. Qui va anche oltre quanto ci aveva somministrato finora, con esiti talvolta persino sovrabbondanti, che all’inizio lasciano anche un po’ spiazzati, tolgono il fiato, perché qua e là sembra veramente che tutto quel testo non possa starci (non sufficientemente comodo, almeno), anche perché gli stessi concetti (anche qui non è una novità) sono a loro volta decisamente densi, pregnanti, toccando (e quindi denunciando) temi già per loro conto corposi, ispidi, spigolosi.

Si parte dunque subito in quarta con Sgacio, che come singolo ha funto da prologo al cd, e che si riferisce a un personaggio reale, anche presente nel brano. Analoga pienezza in Ballata di zecche e pidocchi (i titoli già rispecchiano fedelmente l’impianto tutt’altro che consolatorio del lavoro), mentre la successiva Il quaderno di Angiolina (che non può non far venire in mente la Vincenzina di Jannacci) allenta un po' la presa, fissando il primo vertice dell’album. Un certo didascalismo, un’enunciatività fin troppo trasudante da tutti i vari possibili pori riprende a sgomitare nel prosieguo. Tutto non è qualsiasi cosa ne può essere l’emblema, laddove di Terra sporca, subito a ruota, invece colpisce magari l’incipit di chiara (e un po’ sorprendente) marca prog, fra PFM e Jethro Tull, diremmo.

La seconda parte del disco guadagna via via una maggiore empatia fra testo e musica, già in Innocente, sul tema della carcerazione preventiva (nello specifico decennale, ed è una storia vera), poi Il condominio delle insegnanti, testo sempre bello pieno (anche concettualmente) ma un po’ meno compresso di diversi dei precedenti, e poi soprattutto nel poker di canzoni che chiudono il cd, con ospiti Patrizio Trampetti (Ripensa inventa) o la figlia mezzosoprano di Rega (La strada per Celia), mentre la sferzante Cristo non è mai stato a Eboli s’impone fra le vette dell’album per la sua onnicomprensività, anche autobiografica (Rega è di Roccadaspide, una manciata di chilometri a sud del borgo reso noto da Carlo Levi), benché il testo sia in realtà di Antonio Buonocore. Chiude Polvere da sparo e neve, felicemente cadenzata.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Scaramuccia Music
  • Anno: 2017
  • Durata: 48:32
  • Etichetta: Scaramuccia / Edel

Elenco delle tracce

01.  Sgacio
02.  Ballata di zecche e pidocchi
03.  Il quaderno di Angiolina
04.  Non ti ho mai fatto un regalo
05.  Angela dici
06.  Tutto non è qualsiasi cosa
07.  Terra sporca
08.  Innocente
09.  Evviva Bellavista
10.  Il condominio delle insegnanti
11.  O my God look!
12.  Ripensa inventa
13.  La strada per Celia
14.  Cristo non è mai stato a Eboli
15.  Polvere da sparo e neve

Brani migliori

  1. Il quaderno di Angiolina
  2. Innocente
  3. Cristo non è mai stato a Eboli

Musicisti

Ennio Rega: voce, pianoforte  -  Paolo Innarella: flauti, sassofoni  -  Lutte Berg: chitarre  -  Marco Siniscalco: basso elettrico, contrabbasso  -  Pietro Iodice: batteria  -  Francesca Tucci: cori -  Sgacio: voce in 01  -  Primiano Di Biase: fisarmonica in 01 e 08  -  Patrizio Trampetti: voce in 12  -  Lucrezia Venturiello: voce lirica in 13