Bloody Souls
L’impatto è di quelli ruvidi, abrasivi, tellurizzanti, che non lascia né fiato e né scampo, in un turbine di velenose stesure riassunte in due parole: “anime sanguinose”, come il loro nome. Da temere, da far rizzare i capelli, da incutere paure ancestrali con scelta obbligata: dentro o fuori l’incubo. Benvenuti nella “fossa del diavolo” dei Bloody Souls, combo abruzzese messo in piedi un paio d’anni fa da Johnny Hell e Friedrich Angel e poi arruolando Mirco Muskyo e Peter Masterieni per ultimare, così, la formazione a quattro.
Parole a raffica come devastanti kalashnikov, chitarre che ti graffiano le budella e girano vorticose nell’etere come una spada di Damocle. Si presentano subito col singolo della titletrack che ronza con guitar-riffs dapprima lenti e poi stesi con più velocità ma senza rinunciare a brevi soste benefiche per dar maggior respiro al brano. Caratterizzano la traccia autocitazionista Bloody souls con fibra cavernosa e dispotica, delineando un profilo abrasivo di heavy-stoner, mentre per Madhouse scelgono sì le soluzioni più a loro confacenti, ma hanno la saggezza di variare l’andazzo intermezzandolo con una bella quiete grunge. Ma la manopola del gas è sempre girata al massimo, non tanto per dar velocità ma per aggiungere, semmai, intensità al motore assemblativo, come in Solve et Coagula, capace di stregarti anche con un breve inserto liturgico mesmerizzante. Se aspettate che (prima o poi) ci sia un respiro di tregua beh…scordatevelo! Piuttosto qui si “vive nell’oscurità” più pesta , benché Living in darkness faccia intravedere ottime luci hard-metal, suggellando l’estro carismatico dei Bloody Souls. Allineiamoci ora, nella parata satanica di Demon’s march e pronti a marciare con il doppio passo pigro ed incalzante e vediamo chi riesce a stargli a ruota. I titoli di coda sono affidati all’invettiva di Belphagor contro quei personaggi accidiosi che lusingano con seducenti promesse di ricchezza. Magari il mondo si relazionasse senza setacci, con farina pura e non quella da strisciare, ma con la sola voglia dell’istintività costruttiva, senza raggiri di parole e scorrettezze. Qui, tutto parte dalle viscere offese, dalla schiuma rabbiosa che rischia di strozzarti, ma le invettive hanno il sapore dell’autentico, dell’istinto giustificato, tentando di dare una spiegazione plausibile al perché del professare bene e razzolare male.
Giustamente, la formazione abruzzese non si dà pace e non resta che raccogliere le macerie con spirito altruistico e lodare i Bloody Souls per l’audacia di un disco efferato ma necessario, dall’esplosiva risolutezza.
www.facebook.com/bloodysoulsband
01.The Devil’s hole
02. Bloody Souls
03. Madhouse
04. Solve et Coagula
05. Living in darkness
06. Demon’s March
07. Belphagor
Johnny Hell: voce, chitarra - Peter Masterieni: chitarre - Mirco Muskyo: basso - Friedrich Angel: batteria