Nokeys
Pronti, via... il nuovo album dei Nokeys non lascia spazio per fraintendimenti: atmosfere cupe, dense, suoni affilati, taglienti, Eyes of riot, ad esempio, è brano 100% Joy Division, così come anche Pretty Girl, anche se un po’ più melodica, questo per capire lungo quali direttrici si muove il quartetto.
Ed ancora i Depeche Mode, Dolore dolcissimo, qualcosa dei Cure, Another Step, specie negli arrangiamenti più dark, comunque sia brani che hanno, come matrice comune, una sottile vena dance di ottantiana memoria.
The Regency è un lavoro omogeneo, coerente, strutturato, arrangiato con cura, realizzato in modo meticoloso ed attento, non ci sono, e questo non è un fatto da poco, brani “riempitivi”, quei pezzi piazzati, magari verso la fine, giusto per completare la track list, ma ognuno di essi ha personalità e carattere.Anche nei passaggi più soft, come ad esempio Slow, o anche Underwater e Morning la band esprime una fortissima cifra stilistica, una profondità di pulsazioni quasi fisica, e questa fisicità caratterizza tutto l’album: non dunque atmosfere rarefatte o meditative, ma situazioni decisamente viscerali, solide, molto “terrene”.
Interessante, e per certi versi coraggiosa, specie considerando l’ambito in cui la band si muove, la scelta di alternare la lingua italiana a quella inglese, con esiti peraltro molto interessanti, soprattutto nei passaggi in cui un utilizzo attento e calibrato dell’italiano si adatta in maniera singolare ed inconsueta a situazioni che abitualmente sono, quasi per definizione, estranee al nostro idioma; The trivial captivity ben riproduce questo interessante approccio compositivo.
I Nokeys rappresentano, senz’altro, un’eccellente dimostrazione di come, nell’ambito della musica internazionale, sia possibile confrontarsi con altre realtà musicali senza perdere le proprie caratteristiche, muovendosi nel contempo oltre i soliti stilemi ed al di là delle ben note peculiarità del modello musicale “italiano”. Musica “da esportazione”, si potrebbe dire, ma se si esporta il meglio non c’è di che preoccuparsi.
01. Rock ‘n’ roll pistolero
02. Eyes of riot
03. Dolore dolcissimo
04. Pretty girl
05. Another step
06. Slow
07. The trivial captivity
08. The lads
09. Underwater
10. Morning
Rico: vocals Lu: guitar, synths Gatto: bass Bonzo: drums, synths