Chaos Physique
In principio forse era il caos, ma non è detto che sarà anche la fine. Le canzoni del nuovo progetto di Amaury Cambuzat (Ulan Bator, Faust), Pier Mecca (Fiub) e Diego Geko (Sexy Rexy) sono infatti la fotografia di un caos che sembra dimensione immanente: si tratta di un disordine materico che contraddice la fisica classica e altera e confonde la vita degli individui, che si fa meccanica, pur irregolare. Nelle otto canzoni dell’album il caos isola e sparpaglia le parole come materia in frantumi e rassegna di percezioni d’allarme, ma anche manipola la fisicità dei suoni analogici per accumulare e affiancare i riff noise-rock, dilatare l’eco del piano e il risuonare della batteria (la rallentata Arum Titan) o far pullulare linee di chitarra a un ritmo volutamente frenetico, vertiginoso ed ansiogeno (si ascolti ad es. Neutrons Protons). La voce di Cambuzat, però, anche per seguire e descrivere i momenti più post-punk dell’album, non ricorre mai all’urlo, ma mantiene l’aplomb di uno stile recitato, parlato, fino allo spasimo della tensione.
Immersi in questo magma musicale quasi tangibile, i suoni si possono anche far affilati, come rasoiate che feriscono a colpi di brividi: si ascolti la lunga, elegante Socraterock, esempio di post-rock continentale, venato di psichedelia rarefatta, che fa dell’ultimo «so» del cantato un amuleto sonoro concreto, che pulsa di luce inquieto e suona quasi come un cupo basso continuo. L’organo invece trema come un presagio di spettri, mentre la batteria prova marce che rimbalzano su pareti di un labirinto senza uscita.
Tra i brani più impressionanti di un viaggio musicale allucinato che risucchia tra le sue atmosfere, seppur senza scioccare per fulminante originalità e freschezza, la breve, ossessiva, apocalittica Litany For A Monkey e la funerea ed inquietante Jeux De Promesses.
E se scoprissimo che davvero l’entropia sociale e materiale, quasi un moderno martirio fantascientifico, che sconvolge dall’interno i brani di questo disco non è filtrata e ingigantita da una qualche immaginazione visionaria, ma è davvero intrinseca al nostro presente?
01.Cul de Sac
02. Sun Run Fun Gun
03. Litany For A Monkey
04. Spaghetti Frogs
05. Jeux De Promesses
06. Arum Titan
07. Neutrons Protons
08. Socraterock
Amaury Cambuzat: chitarre, voci, organo, piano, harmonium, tastiera Diego Geko: basso, cori, chitarra, tastiera Pier Mecca: batteria, percussioni