Elias Nardi Quartet
Musica ed arte visuale, arte visuale e musica, due mondi che molto spesso si guardano con interesse, si “annusano” con curiosità, si sfiorano ed intrecciano relazioni intense…
All’origine di The Tarot Album, secondo album realizzato dell’Elias Nardi Quartet (qui sotto una foto di Elias Nardi) un’opera che, oggi, verrebbe probabilmente definita come un’“installazione”, ovvero il gruppo di ventidue sculture monumentali, alcune delle quali sono anche abitabili, ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi. Costruite in cemento armato e ricoperte da un mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate, creato nel 1979 a Capalbio, in Toscana, dalla pittrice, scultrice, regista e realizzatrice di plastici francese Niki de Saint Phalle, al secolo Catherine Marie-Agnès de Saint Phalle.
Una volta colta la magia misteriosa che promana da quest’opera, il quartetto ha cercato di tradurla in musica senza percorrere strade già ampiamente battute: ed allora nessun approccio smaccatamente “medievaleggiante”, e neppure particolarmente “epico”, pochissimi riferimenti alla musica folk in senso stretto, ed un uso davvero minimale di suoni elettronici.
I diciotto “quadri” in cui è suddiviso l’album sono, in realtà, un continuum strumentale all’interno del quale la strumentazione utilizzata, essenziale ma molto caratterizzante, riesce a raccontare i personaggi dei tarocchi ai quali il lavoro fa riferimento: l’oud spicca nella veste di strumento solista principale, il basso fretless, completamente privato di qualunque incombenza ritmica, è invece totalmente votato alle armonizzazioni ed alla realizzazione di fondamentali linee melodiche, le tastiere ed il pianoforte si occupano sostanzialmente di creare una sorta di policromo “fondale sonoro” che si modifica ogni volta che il gruppo si confronta con un nuovo personaggio, mentre le percussioni, anch’esse estremamente rarefatte, intervengono solamente laddove vi sia la necessità di sottolineare, in modo significativo, un passaggio particolare.
Percussioni, viola, voce soprano e fiati si propongono esclusivamente nel momento in cui sia necessaria una variazione rilevante nella linea melodica.
Un lavoro assolutamente certosino, paragonabile, per finezza, a quello di un uncinetto o di un cesello che cura con perizia ed attenzione un singolo dettaglio per volta, e dunque un album che vive proprio grazie al continuo evolversi di impercettibili particolari che si susseguono l’un l’altro.
Si respira un’atmosfera arcana, antica, spesso peraltro evocata in opere musicali che, nell’ambito di generi musicali che vanno dal folk acustico all’heavy metal più estremo, fanno riferimento a tematiche magiche o leggendarie; eppure, in questo senso, The Tarot Album non è una realizzazione “solita” o già sentita, proprio per il fatto di non aver voluto ispirarsi agli stilemi più consueti.
Ed il senso profondo di questo lavoro, che ne costituisce anche uno dei valori principali, è proprio la forte capacità evocativa espressa attraverso un approccio strumentale e melodico del tutto estraneo a questi schemi.
01. The Lovers
02. The Magician, the High Priestess and the wheel of fortune
03. The Hierophant
04. The Emperor
05. The Chariot
06. Justice
07. The Hermit
08. The Strenght
09. The Hanged Man
10. Death
11. The Empress and the Judgement
12. The Temperance
13. The Devil
14. The Tower
15. The Star
16. The Moon
17. The Sun
18. The World
Elias Nardi: oud - Carlo La Manna: fretless bass - Roberto Segato: piano, keyboards, synthetizers - Zachary J Baker: drum kit, cymbals - Emanuele La Pera: percussions - Savino Pantone: viola - Danila Tosi: soprano - Andrea Vezzoli: baritone sax, bass clarinet