Verdena
Coltivare l’ascoltatore: grazie alla collana The Universal Music Collection, Universal sta dedicando un'attenzione particolare a completisti e appassionati di musica in toto, con cofanetti monotematici (per artista o genere) a prezzo stracciato, ripieni di chicche di difficile o impossibile reperibilità. Questa volta tocca ai Verdena, all'apice delle cronache musicali per l'uscita del loro folgorante Wow, con questo bel case che contiene i sette mini-album che hanno screziato la carriera del trio bergamasco. Insomma, una buona sintesi del loro percorso artistico dal 1999 al 2007.
Incipit con Valvonauta (1999), gli inizi più grungy e viscerali della band: liriche spezzate e scheletriche, echi nirvaniani (Dentro Sharon, Piume), nomi grossi come Giorgio Canali a domare l'atomo dietro il mixer, con un trattamento del suono cupo e dalle venature volutamente acerbe. Prosegue la tradizione Viba (2000, primo Ep dopo l'esordio Verdena), con il timbro perennemente teen della voce di Alberto; le esecuzioni vigorose e assassine di Luca; tutto il respiro avvolgente e grattuggiante di Roberta, il tutto (ancora) inCanalato e inacidito in laboratorio, con qualche spezia rara (appassionata la cover di Sunshine of your love dei Cream).
Altro secolo, altra rotta: con Spaceman del 2001, enter Manuel Agnelli. Il grunge, Kurt Cobain e Motorhead vari cominciano a star stretti; entrano mellotron e pianoforti (!) nel sound della band. La coda di questo periodo (sancito dall'album Solo un grande sasso, 2002) è tutta in Miami Safari, che dilata le code psichedeliche (la title-track dell'LP) e gli influssi esterni (il pestato pseudo-metal di Creepy Smell, le dolcezze “balneari” di Morbida).
2004, Luna anticipa "Il suicidio del Samurai”: ormai è l'autarchia produttiva, il trio inacidisce la lisergia ruvida dei suoni usati in precedenza (Le tue ossa nell'altitudine), e si dedica ad ipnotiche cantilene elettroacustiche (Omashee). Ultimi strascichi di “Samurai” in Elefante (2004), in cui si stemperano le virate noise e ossessive (Mu, Corteccia [nell’up-nea]).
Ultima tappa (certo un po' precocemente rispetto a Wow, ma si fa con quel che si ha): Caños, Ep apripista di "Requiem" (2007). L'apertura conquistata all'elettronica (Parabellum, Malaga), il respiro monolitico e floydiano di Fluido e il vigore inarrestabile della title-track completano a dovere questo primo decennio verdeniano, e plasmano definitivamente la maturità artistica dei bergamaschi.
Forse i collezionisti andranno a spulciare mercati e fieri in cerca degli originali; fan dell'ultima ora e completisti meno ambiziosi (d’altronde, l’apparato grafico ed editoriale è veramente all’osso – grossa pecca di tutta la collana The Universal Music Collection) possono “accontentarsi” di un cofanetto che ripercorre la storia di una delle realtà (ora più che mai) musicali più importanti dello Stivale.
http://www.verdena.com/
Valvonauta
01. Valvonauta
02. Dentro sharon
03. Bonne nouvelle
04. Piuma
Viba
01. Viba
02. Stenuo
03. Sunshine of your love
04. Cretina
Spaceman
01. Spaceman
02. Blue
03. Reverberation
04. Sipario
Miami Safari
01. Miami safari
02. Solo un grande sasso (Part 1)
03. Solo un grande sasso (Part 2)
04. Creepy smell
05. Morbida
Luna
01. Luna
02. Harvest
03. Le tue ossa nell'altitudine
04. Apice
05. Omashee
Elefante
01. Elefante
02. Perfect day
03. Mu
04. Corteccia (nell'up-nea)
05. Passi da gigante
Caños
01. Caños
02. Malaga
03. L'ora è buia
04. Parabellum
05. His latest flame (Marie's the name)
06. Fluido
Alberto Ferrari: voce, chitarra, pianoforte piano wurlitzer, mellotron Robert Sammarelli: basso, voce, piano wurlitzer Luca Ferrari: batteria, mellotron, synth Diego Maggi: rhodes e mellotron Fidel Fogaroli: tastiere