ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Giovanni Guidi

The unknown rebel band

Malgrado la verdissima età (è del 1985), Giovanni Guidi è uno dei pochissimi tra i “giovani leoni” del jazz italiano (colonia che di questi tempi ingloba anche parecchi quarantenni) a possedere una coscienza storica, che non vuol dire suonare à la maniére de (scadendo quindi nel cliché), ma percepire lo sviluppo del jazz (e non solo, si capisce) attraverso le sue infinite tappe al di là degli innamoramenti da fan-tifosi di troppi musicisti nostrani. Poco più che ventenne eletto miglior nuovo talento italiano e inserito in alcuni dei nostri gruppi migliori (Rava, Petrella…; notevole, in particolare, la sua prova nel recente, felice “Rooms” di Fabrizio Sferra), in questo quarto album a suo nome il pianista umbro risale fino alla leggendaria Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, della cui omonima opera prima cade quest’anno il quarantennale. Anche la copertina del disco riprende quel modello, benché qui i dieci musicisti (là c’erano i vari Cherry, Barbieri, Rudd, Motian, Carla Bley, e chi più ne ha più ne metta) siano delle pure sagome, degli “sconosciuti” (unknowns), appunto, nel rispetto del titolo. E ribelli pure, il che ci riporta a quanto sopradetto.

Guidi, in altre parole, è artista felicemente fuori dal coro: conosce, e rielabora in prima persona, di fatto estraneo a mode più o meno fittizie, più o meno retrive. Il cd – come si legge – “racconta in musica storie di straordinarie libertà, lo spirito di ribellione e giustizia che attraversa e muove i popoli (…) dalla guerra di Liberazione alla Primavera di Praga, attraverso i desaparecidos argentini, la legge Basaglia, le lotte anticolonialiste nel Sud del mondo, il genocidio dei pellirossa, la guerra civile spagnola, la rivolta di Piazza Tien An Men”. Fuori dal coro, appunto. E la musica procede di conseguenza, fra momenti più epici e vociferanti, e altri più intimi (anche in termini numerici), a volte solenni, ripiegati, sempre nel segno di quel “non ovvio” (extra-mainstream, per capirci) che innerva il miglior jazz di questi nostri anni fin troppo conformisti e prudenti. Pertinenti i solisti, con una menzione particolare per Sigurtà, Ottolini, Maier, Rabbia. E ovviamente Giovanni Guidi.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Ermanno Basso
  • Anno: 2009
  • Durata: 52:34
  • Etichetta: CAM Jazz

Elenco delle tracce

01. Unknown Rebel with White Shirt

02. Praské Jaro

03. Wounded Knee

04. Il partigiano Johnny

05. Napoli, 27-30 settembre 1943

06. Paisa’

07. Sono Sethu Ubumnyama

08. Guernica

09. The Uprising of 20,000

10. 180/78

11. Queimada

12. Garage Olimpo

13. Unknown Rebels

Brani migliori

  1. Praské Jaro
  2. Napoli, 27-30 settembre 1943
  3. Garage Olimpo

Musicisti

Mirco Rubegni, Fulvio Sigurtà: tromba, flicorno Mauro Ottolini: trombone, bombardino Daniele Tittarelli: sax alto e soprano Dan Kinzelman: sax tenore, clarinetto, clarinetto basso David Brutti: sax baritono e basso Giovanni Guidi: pianoforte
Giovanni Maier: contrabbasso
Joao Lobo: batteria Michele Rabbia: percussioni