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The GrOOming

Thisconnect

Ecco una di quelle situazioni musicali in cui la definizione “progetto” ha un senso reale ed una validità ben precisa: un quartetto strumentale, diciamo “canonico”, un tecnico del suono che partecipa molto da vicino alle questioni (ed alle creazioni) musicali, nove voci che si occupano di interpretare una dozzina di brani, creando un effetto caleidoscopio per cui ognuno di essi suona davvero differente.

Di base c’è un chiaro approccio trip hop (Massive Attack, Portishead) sul quale si innestano suoni spesso innovativi ed eterogenei: si passa dai bassi pesanti, potenti e cupi di Dirty keys alle linee più morbide e pulite di The candle (o successivamente di Once) e siamo solo al secondo brano dell’album.
The Grooming hanno iniziato il loro percorso artistico nel 2007: hanno già all’attivo un album, uscito nel 2009 (Digital Seed), ma soprattutto si sono da tempo chiaramente posizionati, da un punto di vista stilistico, grazie anche al fatto di aver aperto concerti di un certo spessore: Planet Funk, Tricky, Chk Chk Chk, oltre ad aver effettuato un minitour lungo la East Coast americana, banco di prova decisamente impegnativo e qualificante soprattutto per il fatto di aver affrontato una delle scene artistiche in cui questo genere ha mosso i primi passi.

Thisconnect è come detto un album eterogeneo, dalla matrice chiara ed individuabile ma dagli esiti quanto mai diversificati: buona parte del compito lo svolgono i nove vocalist che si alternano dietro al microfono, ognuno con caratteristiche e sonorità ben precise. Ma non è da sottovalutare il fatto che in ogni brano le soluzioni armoniche, l’utilizzo delle programmazioni e l’inserimento dell’effettistica ricoprono un ruolo non secondario; si passa agevolmente da situazioni quasi lounge (Spring now) ad atmosfere dark, a cavallo fra hard e post wave (Brain machine), ed il tutto avviene con naturalezza e senza che le differenti sonorità stridano fra loro.
Non secondari, in questo senso, risultano i timbri delle chitarre, le scelte dei suoni di tastiere e dei loop percussivi, che offrono davvero un ampio spettro di opportunità anche all’interno di un singolo brano. Il taglio dell’album è chiaramente di tipo internazionale, grazie ad una produzione che molto probabilmente troverà un maggior numero di estimatori al di là dei confini, questioni culturali, di retaggio storico (musicale), forse anche di provincialismo spicciolo, ma va bene così: la musica, in Italia, per fortuna, è ancora (e forse da qualche tempo in modo più massiccio rispetto ai decenni precedenti) in grado di ampliare i propri orizzonti, di catturare e processare suoni “esteri”, ma anche di proporre e rilanciare soluzioni “autoctone” senza rimanere legata a quegli stereotipi che, troppo spesso, fanno del nostro paese (musicalmente parlando ma non solo) un luogo periferico e chiuso in se stesso, un luogo dalle enormi potenzialità inespresse, del “potrei ma…”

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Matteo Sandri, Daniele Falletta  
  • Anno: 2014
  • Durata: 50:21
  • Etichetta: The Grooming

Elenco delle tracce

01. Dirty keys
02. The candle
03. Wishy washy
04. Spring snow
05. Brain machine
06. Grey zone
07. Another?
08. Totally integrated
09. Once
10. The man with 1000 faces
11. The playground
12. Training days

Brani migliori

  1. Dirty keys
  2. Brain machine
  3. Once

Musicisti

Matteo Sandri: sound engineering  -  Emanuele Alosi: drums  -  Denise Misseri: vocals  -  Gianluca The Huge Plomitallo: vocals  -  Alessandra Contini: vocals  -  Jack Jaselli: vocals  -  Giackxx: synth, programming  -  Ketty Passa: vocals  -  Ezio Castellano: vocals  -  Paolo Girelli: bass, programming  -  Chiara Canzian: vocals  -  Meme Galbusera: vocals  -  Daniele Falletta: guitars  -  Paolo Martella: vocals