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Mario Venuti

Tra la carne e il cielo

Non c’è verso di sfuggire a sé stessi, non è possibile sottrarsi dalle passioni, non si scampa dai propri “demoni”. È questo, in estrema sintesi, il senso di Tra la carne e il cielo di Mario Venuti, undicesimo album in studio di inediti dell’artista catanese, uscito ad aprile. E se il Brasile, con il suo “cielo” di mille sonorità colorate, ti gira e ti rigira in testa da sempre, e la febbre per i temi sociali abita le tue viscere, la tua “carne”, alla fine va a finire che, prima o poi, un progetto che metta insieme queste due “malattie” non si può fare a meno di realizzarlo.

Certo, è un’operazione complessa, rischiosa, la cui riuscita non è certo scontata, ma il coraggio di Mario Venuti, quello di provare a sperimentare inediti accostamenti sonori è, in ogni caso, da premiare. Già con Tropitalia nel 2021 il gioco di rivestire alcuni brani tipici della musica italiana con gli abiti carnescialesti del Brasile ebbe esiti divertenti ed estremamente interessanti; questa volta però, l’ex Denovo, prova ad alzare il tiro trasformandosi da interprete ad autore dei testi e delle musiche. E la musica sceglie di suonarla davvero, tutta, dagli archi ai fiati, dalle percussioni alle chitarre, riducendo allo zerovirgola la campionatura elettronica, e con strumenti veri, che si toccano, di metallo e di legno, come ormai solo pochi “artigiani” sanno fare in Italia, da qualche lustro a queste parte. La raffinatezza, la grazia e l’eleganza che l’ascolto del disco trasmette sono sicuramente da attribuire a questa scelta di campo di estetica musicale, probabilmente anche con lo zampino di Tony Canto, musicista illuminato nonché produttore artistico anche di questo progetto.

In mezzo a questo vivace arcobaleno di sonorità, Mario Venuti prova ad inserire tematiche dure, sociali, politiche, senza mandarla a dire, in aperta e palese denuncia contro un mondo che non gli piace. L’omosessualità, gli abusi sui minori nella chiesa, il disagio esistenziale, il divario fra nord e sud del mondo, il lassismo morale di alcune “ragioni economiche”, sono saette pesanti sfrecciate fra gli undici brani del disco anche se, a volte, paiono essere in distonia con la frivolezza e la leggerezza delle partiture sonore cui sono stati associati. Per tali ragioni si preferiscono le ballad più raffinate come la soffice ed intensa Paradiso che prova a tessere un gioco semplice con le corde del cuore, o la sempre attuale La lingua perduta del cuore, scritta originariamente per Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, ma con un vestito tutto nuovo, e la più “venutiana” di tutte Segui i tuoi demoni, vero testamento spirituale del progetto con cui lo stesso artista, prova a fare pace con se stesso: “Tutta una vita ho sperimentato la ricerca di un equilibrio tra la mia natura sensuale, terrena, ed una certa tensione spirituale”.

E, dall’immagine della copertina del CD, che lo ritrae in un innocente e dolcissimo sorriso con la sorellina in una foto degli anni settanta, sembra averlo davvero ritrovato questo equilibrio fra la carne ed il cielo, esattamente in mezzo al “ponte tra la sensualità del mondo e la purezza del cuore”.

Foto di Alessandro Castagna

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tony Canto
  • Anno: 2024
  • Durata: 36:56
  • Etichetta: Edizioni Musicali Microclima

Elenco delle tracce

01. Abusando

02. Napoli-Bahhia (feat. Lucariello, Fabiana Martone e Neney Santos)

03. Ganimede

04. Paradiso

05. Segui i tuoi demoni

06. Angelo Negro

07. Degrado

08. La lingua perduta del cuore

09. Metaverbale

10. Andiamo via

11. Maria

12. Sinfonia di sogni infranti

 

Brani migliori

  1. Paradiso
  2. La lingua perduta del cuore
  3. Segui i tuoi demoni