Francesco Sportelli
Premesso che non c’è nuovo progetto musicale che non richieda il giusto rispetto e la dovuta attenzione a chi si appresti ad ascoltarlo per la prima volta, vi sono tuttavia dei lavori che esigono un’attenzione ancora maggiore in quanto, se ascoltati da un orecchio distratto, rischierebbero davvero di perdersi e di sparire, schiacciati dal caos e dalla fretta del nostro agire quotidiano.
È il caso di Tra le righe, il nuovo lavoro discografico del cantautore abruzzese Francesco Sportelli che contiene nove brani inediti realizzati e arrangiati dallo stesso Sportelli assieme a Francesco Di Cicco.
Un disco che, come si diceva, per essere capito e apprezzato appieno in tutta la sua complessità ed in tutte le sue sfumature va ascoltato e gustato senza fretta, a partire dagli arrangiamenti che non seguono gli standard del pop tradizionale ma si presentano in chiave elettro-acustica in tutte le nove tracce. Proporre un disco completamente in acustico, si sa, può rappresentare un “rischio” in quanto la mancanza di particolari sezioni ritmiche può rallentare il ritmo rendendo così lo scorrere dell’album poco fluido.
Eppure, da un altro punto di vista, arrangiamenti raffinati e ricercati come quelli che ci propone il cantautore abruzzese possono rappresentare invece il miglior substrato per mettere in risalto i testi che, assieme alla notevole capacità interpretativa di Sportelli, sono proprio il punto di forza di questo album. E di questo sembra esserne consapevole lo stesso cantautore che intitola il disco Tra le righe, come se volesse infatti spronare fin da subito l’ascoltatore a ricercare il senso di tutto il suo lavoro oltre la scorza dell’apparenza e del “ciò che dovrebbe essere”.
Non a caso sceglie poi di aprire l’album con Dal vetro, canzone caratterizzata dal continuo spostamento del punto di vista tra l’interno e l’esterno, tra ciò che succede dentro le mura domestiche e ciò che invece accade fuori nel mondo naturale. Un mondo che, col suo movimento, diviene filtro dei moti interni dell’autore (“la pioggia insegna che si può anche cadere e poi diventare fiume”), un concetto ampio di ‘mondo’ che è sempre presente nei brani dell’album.
Nove tracce, nove racconti, nove fotografie: quelle proposte da Sportelli a ben vedere non sono solo canzoni. Sono parole che si possono cantare, ascoltare e guardare al tempo stesso.
La canzone più riuscita dell’album è Non c’è una spiegazione, un brano capace di aprire non solo la mente ma anche il cuore di chi la ascolta. Complice di questo anche un’apertura musicale notevole che nel ritornello lascia davvero intravedere gli “spazi immensi del respiro” in cui l’autore si perde.
Considerata la loro ricchezza espressiva, i brani di Sportelli richiedono quindi un’attenzione particolare, chiedendo all’ascoltatore di non accontentarsi soltanto di cogliere il senso globale di un determinato brano, ma di riuscire invece ad entrare in ogni sua singola parola portandone a galla tutte le note, le emozioni ed i colori.
Per questo motivo, per riprendere il discorso iniziale, Tra le righe non è un disco per chi ha fretta. Ma, sempre per questo motivo, se ascoltato con la giusta attenzione lo stesso disco diventa invece un percorso musicale ricco di immagini e di suggestioni.
01. Dal vetro
02. Come una moneta
03. Il quadro e la parete
04. Il coleottero
05. Dopo una settimana
06. Rondine
07. Girasole e Margherita
08. Quello che non
09. Non c'è una spiegazione
Francesco Sportelli: voce, cori, chitarre, beatbox - Francesco Di Cicco: arrangiamenti, chitarre, beatbox