Andrea Marti
C’è chi scrive dischi e non vede
l’ora di cantarseli e suonarseli e c’è chi invece scrive per un intera vita per
altri e si trova a pubblicare il suo esordio alla soglia dei cinquanta, come
nel caso di Andrea Marti e il suo Traditional Man, album appassionato e
godibile di ballate di puro folk americano. Marti è un cantautore genovese,
attivo sulla scena country-rock e bluegrass italiana dal 1979. Polistrumentista
ed autore, ha composto più di settecento brani ed ha fatto parte di molte
formazioni come i Green Cellar, i Fried Chicken e ultimi gli Hocus Pocus. In
passato si è esibito più volte in duetti o trii acustici con Paolo Bonfanti e
Beppe Gambetta, che hanno deciso così di produrre il suo primo disco.
Gli amanti del bel suono
westcoastiano di Neil Young qui non rimarranno sicuramente delusi, ma l’intento
filologico, la semplicità ed una fin troppo attenta cura a certi particolari “tipici”
fanno sembrare i brani di Marti dei modesti omaggi a grandi musicisti, con poco
spazio a spunti fantasiosi e originali. Anche i testi risentono di un inglese
un po’ stentato e le tematiche che nella tradizione del “Travelling man”
americano hanno un senso fondato, vengono perse in “pagine polverose” e musica
un po’ retorica, cosa che vale sia per il country-rock scoppiettante di Dust from the page ma anche per le malinconiche
storie di incontri sbagliati di Raincoats.
Ad amalgamare il tutto una serie di ottimi musicisti, tra cui le chitarre prima
acustiche poi elettriche di Bonfanti, che si rincorrono e si fondono tirando a
lucido l’intera opera.
“Traditional man” è un disco
meditato per trent’anni che inneggia a costruirsi la propria vita, le proprie
tradizioni, sulla propria pelle senza perdersi nella mediocrità. Andrea Marti è
un uomo “tradizionale” che cammina per strade polverose come se fossero ancora
gli anni settanta, rimanendo immerso nei suo mondo di ricordi. Scrive di cowboy
urbani, del mito del suo viaggio americano (pare infatti che non sia mai stato
negli Stati Uniti), ed interpreta il tutto ciò a modo suo, come con gli occhi
di un adolescente, frammenti di sogni, di vita vissuta a fondo. Per
appassionati.
01. Dust from the page
02. Desert ballads
03. Night trains don’t bring you nowhere
04. I wrote A.M on every wall
05. Little Jimmi again
06. Traditional
07. Raincoats
08. Provo Utah
09. An Angel when she sings
10. In time to come
11. Three vipers in the heart (and a beaver in the head)
12. Letters
Andrea Marti: electric, acoustic guitars, lead vocals,
baritone guitar, mandolins, dobro, lead & backing vocal, harmonica
Paolo Bonfanti: background vocals, acoustic, electric,
rhythm, slide and lead guitars
Martino Coppo:
mandolin
Antonio Capelli:
violin
Giorgio Ravera:
Hammond organ, acoustic, rhythm, baritone guitars
Rosalba Grillo:
bass
Massimiliano Di Fraia:
drums, cajon
Alessandro Pelle:
egg maracas, drums
Roberto Parodi:
electric guitar
Nicola Bruno:
upright bass
Fulvio Diclemente:
Trumpet
Stefano e Giorgio Cavallo: Hammond organ
Alberto Giordano:
gretsch, rhythm, slide guitars