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Ismael

Tre

Chiamiamolo, perché no, rock “rurale”, ma non nel senso di cose già sentite del tipo “seduti in riva al fosso…”, per capirci, perché qui si scava un po’ di più, si scende in profondità, si arriva alle radici. Intanto perché l’origine “letteraria” da cui nasce e si sviluppa la musica degli Ismael si palesa immediatamente: non c’è bisogno di rima; la metrica viene da subito piegata alle esigenze della narrazione; l’uso di simboli e di simbolismi denota non solo la vicinanza agli ambienti “contadini”, ma soprattutto la condivisione di esperienze, di visuali, di sentimenti e paesaggi.

La band di Sandro Campani ripercorre, sotto certi aspetti, le tracce dei cantastorie, con la sottile ma decisiva differenza per cui non si limita a raccontare da un punto di vista esterno storie fantasiose, magari derivanti dalla tradizione orale, bensì si immerge in situazioni, rapporti, relazioni, vicende, facendo in modo che queste storie siano vive, reali, e dunque vissute.

Si respira un’aria particolare, che non è quella abusata ed ormai trita della sagra paesana, o della “tradizione contadina” diventata “brand”, ma quella più avvincente delle storie di paese, di quella rete di rapporti, relazioni, amicizie, di quei personaggi che, nel tempo, diventano quasi proverbiali, ma anche di quelle vicende amare, di abbandono, di distacco da realtà che non sono più, o non si riconoscono più come proprie.

Non quindi la solita favolistica sulla campagna, ma un occhio attento sulle origini della propria storia, radicata in quei luoghi, e allo stesso modo anche del progressivo allontanamento da determinate dinamiche, dovuto alla crescita dei propri sentimenti, delle proprie necessità, delle proprie aspirazioni. A quel punto, dell’ambiente da cui si proviene, resta quasi una fotografia, un’immagine che, diventando sfuocata, piano piano si allontana nel tempo e nella memoria, ma da cui emergono dettagli a suo tempo, forse volutamente, omessi.

C’è una patina di sottile polvere, quella del tempo e della memoria che si va perdendo, che piano piano ricopre queste rappresentazioni e solo di tanto in tanto una manata la toglie, finchè torna a posarsi; malgrado ciò la forte impronta letteraria di questi brani fa sì che la loro traccia resti, comunque, perché il ricordo, reiterato, diventa un segno indelebile.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Sandro Campani, Ismael, Andrea Fontanesi, Paolo Costola
  • Anno: 2014
  • Durata: 46:46
  • Etichetta: Ismael

Elenco delle tracce

01. Palinka
02. Canzone della volpe
03. Le tre
04. Andiamo
05. Canzone del cigno
06. Se non a te
07. Canzone per quello
08. Canzone del bisonte
09. Tema di Irene
10. S’arrampicavano
11. San Giovanni di Querciola

Brani migliori

  1. Le tre
  2. Canzone del cigno
  3. Canzone per quello

Musicisti

Barbara Morini: basso  -  Sandro Campani: voce, chitarra acustica, chitarra elettrica  -  Giulia Manenti: chitarra elettrica  -  Piwy Del Villano: sax tenore, contralto, soprano, cori  -  Luigi Del Villano: batteria  -  Silvia Orlandi: cori  -  Emiliano Mazzoni: pianoforte  -  Andrea Fontanesi: pianoforte, Hammond