Italiani? E chi l’avrebbe mai detto! I
Flap sono una band della provincia di
Padova, per l’esattezza di Montagnana, che probabilmente sono riusciti a trarre
notevole ispirazione dalle campagne inghiottite dalla nebbia. Se non è stato questo
il motivo che li ha spinti a comporre musica quasi vicina al Creato, allora i
ragazzi in questione, dentro se stessi, hanno semplicemente un mondo infinito e
sconosciuto a noi comuni mortali. Il disco dal titolo onirico, è il terzo del
gruppo, che sicuramente seguirà la scia dei precedenti, riscontrando notevole
successo soprattutto nell’attività live. I Flap si sono formati nel ’99,
dall’unione tra i fratelli Arzenton e l’amico Fulvio.
Trees are talking while birds are singing è un disco completamente
strumentale, se non fosse per il brano
Fèrmo
2, dove entra in scena la splendida voce di
Bob Corn. La prima cosa che mi sono detta, dopo aver ascoltato
quello che sembrava fosse soltanto l’intro del disco, degno dei miglior brani
alla Brian Eno, è stato: “Fino a qui tutto bene, speriamo di non dover dire bel
disco, bella musica, peccato soltanto per la voce, come spesso accade.” Vero. Perché
a volte la cosa più difficile è trovare una voce interessante, in grado di
trasmettere qualcosa di profondo. Per non parlare poi delle parole, troppo
frequentemente banali. Di grande esempio sono i Sigur Ros, gruppo di origini islandesi, capaci di far sognare addirittura
con un linguaggio inventato dallo stesso cantante. I Flap suonano del
buonissimo post-rock (se così si può dire), di certo non misticheggiante, ma
quello che stupisce davvero è l’innata capacità di fare musica in maniera quasi
impeccabile, spiccando per originalità, sensibilità e qualità. Adatti per ogni
momento, i Flap andrebbero goduti soprattutto durante stadi di malinconia
cosmica, per ritrovare qualcuno che ci capisce, meglio se senza l’ausilio delle
parole.
Altri articoli di Dejanira Bada