Enrico Rava
Pur attingendo a materiale tematico stratificato nel corso dei decenni, questo album ha l’indiscusso sapore della suite. A unificarne il totale, facendocelo leggere come un corpus unitario, è la temperatura ormai riconoscibilissima, il particolarissimo aplomb, di cui Rava ammanta da tempo la sua musica. E’ più il trattamento che non lo spunto tematico in sé, quindi, a determinare la natura, la poetica del tutto, come per l’amatissimo Miles, Trane, Ornette… I grandi, insomma.
Si decolla, così, col soffice, incorporeo, magicamente sospeso Amnesia, in sestetto, passando per Garbage Can Blues, di analoga temperatura (appunto...), in trio senza fiati, il tutto nel segno di un’estrema eleganza, per approdare quindi al più ritmico, corporeo (sempre però nel rispetto dell’aplomb di cui sopra, cui il Nostro non rinuncia neanche sotto tortura) Choctaw, stavolta in quintetto. Trombone e batteria soli aprono quindi l’ampio Incognito, finché il quintetto, in un clima sognante quasi da berceuse, non si ricompone.
Insolitamente vitale è Cornettology (che ammicca, riunendoli, la cornetta, ava della tromba, e il citato Ornette Coleman), addirittura con squillante unisono di ottoni, mentre F.Express recupera un lirismo palpabile, con la chitarra a rilevare il trombone, e più rilasciati ancora risultano Tears for Neda e Song Tree, quasi evaporato. Attraversato da una cantabilità più esplicita è Paris Baguette (qui a essere amorevolmente sbertucciato parrebbe il Paris musette, stile fisarmonicistico proverbialmente francese), in quartetto ancora senza Petrella, che si distilla poi nel momento in cui rimangono soli piano e batteria.
Nuovamente stirato, elusivo, Planet Earth registra il rientro di Petrella, mentre Tribe riattinge a nuovi palpiti ritmici, qui di stampo latineggiante (universo, questo, molto vicino alla sensibilità di Rava), mentre a chiudere il cerchio è un’improvvisazione vergata dal quintetto al completo, degno epilogo di un album di gran lusso. E lustro, per chi l’ha inciso. Il che, per la cronaca, è avvenuto – come sempre magistralmente, parlando dell’ECM – nell’ottobre 2010.
01. Amnesia
02. Garbage Can Blues
03. Choctaw
04. Incognito
05. Cornettology
06. F.Express
07. Tears For Neda
08. Song Tree
09. Paris Baguette
10. Planet Earth
11. Tribe
12. Improvisation
Enrico Rava: tromba Gianluca Petrella: trombone Giovanni Guidi: pianoforte Gabriele Evangelista: contrabbasso Fabrizio Sferra: batteria Giacomo Ancillotto: chitarra in 01, 06, 07, 08