Gang
Parafrasando Dumas potremmo dare un sottotitolo a questo Tribe's Reunion e cioè “Vent'anni dopo” perché, più o meno, tanti sono quelli trascorsi dal primo incontro discografico che abbiamo avuto con la band di Filottrano, punkers e rockers potenti e scatenati che, nel tempo, ci hanno mostrato anche l'anima sobria e gentile, ma determinata come minatori inglesi, dei lottatori e dei sognatori.
Con questo lavoro, infatti, i fratelli Severini, Marino e Sandro, sono ritornati sui loro passi antichi ma senza fronzoli né facili commozioni/commiserazioni, senza l'occhio languido di chi nel passato vede un tempo di melanconico “come eravamo” bensì come artisti cresciuti a pane e rock and roll con l'urgenza e l'esigenza di scaricare quella loro straordinaria energia che, da sempre, sorregge questa band, capace di tenere un piede nella dimensione “garage” e l'altro (ma non in questo album) in quella della storia patria e delle sue innumerevoli nefandezze da smascherare (vedi alla voce Il Paese della vergogna) con la parola e la musica.
Questo Tribe's reunion è un album potente e diretto, suonato dal vivo in quel di Recanati all'Extra Alternative Club, in cui è stato possibile scatenare la potenza di fuoco delle chitarre e della sezione ritmica della band. Un lavoro grezzo come un bootleg, con un suono essenziale e diretto, che nasce e cresce dal cuore, omaggio ai tutti i fans che non hanno mai abbandonato questa band ed il loro progetto musical/politico anche nei momenti (e sono stati tanti) più difficili ed ostili. E' un album che vuole essere una sorta di pietra miliare fissata in un tempo storico particolare ed in un momento “sensibile” per lo sviluppo delle dinamiche artistiche dei fratelli Severini e della loro band.
Un album che non è un “il meglio” del loro periodo in lingua inglese ma la memoria e l'indicazione della direzione da cui si proviene, una direzione che dà anche il senso delle radici musicali che, comunque sia qualunque cosa avvenga, non si rinnegheranno mai. Non a caso la presenza di Garageland riporta al loro mèntore Joe Strummer ed ai Clash mentre I fough the law conduce all'energia ed alla forza che, sempre, è presente nei concerti dei Gang. Una sana energia che sta a significare che fare musica significa, anche, saper tenere alta la testa a dispetto delle convenienze e delle opportunità. Nonostante le avversità, al di là delle compiacenze.
Questo è il rock and roll, questa è la promessa che tutti i giovani musicisti fanno quando cominciano a suonare in una band. Poi, purtroppo, pochi mantengono le promesse ideali. Quando qualcuno, invece, queste promesse le mantiene, significa che il testimone non è caduto per terra...
http://www.the-gang.it
01. Rumble beat
02. Night in chains
03. War in the city
04. Killed in action
05. Libre El Salvador
06. Badlands
07. Forever and ever
08. Song of prisoner
09. Warrior poet
10. Not for sale
11. Nobody's hero
12. Garageland
13. I fought the law
Red: chitarra e voce Johnny Guitar: chitarra Bum Bum: batteria Gugo “Patchanka”: basso