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Collettivo Ginsberg

Tropico

Il visionario Collettivo Ginsberg è un progetto nato nel 2004 con l’intendo di fondere insieme questi tre elementi: […] il termine collettivo che definisce la pluralità delle persone, dei musicisti, degli artisti collaterali che hanno condiviso il progetto; il nome Ginsberg che riflette la ricerca di uno stile letterario ben definito, con richiami a contenuti onirici e riflessivi, dalla poesia beat ai poeti dialettali romagnoli; la musica che ha radici profonde e articolate, mulatte, e che guarda alla tradizione come fonte d’ispirazione per creare qualcosa di nuovo, liberamente, senza legami stilistici o di genere […]

Per identificare al meglio quest'ultimo album è necessario ripercorrere a ritroso la storia di questi artisti: nel 2004 iniziano il loro percorso musicale e negli anni successivi autoproducono due dischi di stampo blues/autoriale: I refuse to give up my obsession e Pregnancy. Nel 2012, grazie all’incontro con il produttore Marco Bertoni, producono l’ep De La Crudel e l'anno successivo Asa Nisi Masa. Questi due ultimi lavori sono decisamente più votati allo sperimentalismo con un connubio tra no wave/voodoo/jazz e la tecnica del cut-up (i testi infatti accostano parti di scritti originali a parti di altri autori secondo il William Burroughs pensiero: uno scrittore non possiede le parole più di quanto un pittore possieda i colori.). Ed eccoci così approdareai giorni nostri e alla messa sul mercato discografico di Tropico.

Come un caleidoscopio, anche questo album è composto da riflessioni multiple che formano canzoni all’apparenza simmetriche ma che cambiano in modo imprevedibile; come le sue stralunate visioni anche questo album nasce da una visione: “[…] vedere la gente ballare e cantare muovendosi tra funk, blues, rock, samba e mamboo voodoo […]” Nei testi, pur essendo sempre presente la componente del cut-up, anche se in misura più controllata rispetto ai precedenti lavori, largo respiro è dato a vecchi lavori inediti “riammodernati”, poesie dialettali (Metti che e Nella notte del mondo) e la rilettura in musica di uno scritto inedito di Andrea Mandolesi (Danza macabra).

In apertura del disco troviamo Con Due Monete che a parere di chi scrive è il pezzo più “piacione” e radiofonico (giudizio non per questo negativo). Si passa poi a Metti che, brano tratto dalla poesia dialettale Mett di Raffaello Baldini, mettendone in evidenza le liriche profonde e articolate. A seguire Primavera mambo, uno dei brani più interessanti dell’album nato dalle suggestioni del riff di chitarra di Honky Tonk di Miles Davis e da un giro mambo di Voodoo Suite di Perez Prado, dove il testo invece ha forti riferimenti a “Primavera nera” di Henry Miller. La strada dei mulini a vento e Portami con te sono invece i due pezzi più pacati e intimi dell’intero album dove ad esempio il tema trattato è la sempre più presente solitudine metropolitana dei nostri giorni; da evidenziare in questo caso gli interessanti passaggi e i tappeti musicali realizzati da Alberto Bazzoli alle tastiere.

In Lingua di luna il visionario Collettivo sfodera un ritmo danzereccio e al contempo il testo più criptico che poteva raccontandoci di uno "strano" rapporto sentimentale dove non mancano i serpenti attorcigliati e la Vergine Maria. Nella notte del mondo è il secondo brano tratto da una poesia dialettale (Int La Nota De Mond di Aldo Spallacci). Seguono L’estate di San Martino […] La vita l’éra dura e neca tresta, chisá parchè a m’arcord ch’us rideva […]e Visioni a colazione mentre la chiusura del disco è demandata a Danza macabra e all’immaginario dialogo tra l’Uomo e la Morte.

La registrazione del disco è avvenuta, quasi tutta, in analogico (su uno Studer 8 canali) presso lo studio L’Amor Mio Non Muore. Decisamente un album sincero e fuori dai consueti schemi della musica nostrana, un’interessante cornucopia di stili e suggestioni.

La bellissima copertina (che ricorda Antonio Ligabue) è un olio su tela, opera di Domenico Demattia, dal titolo “Safari”.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco Bertoni e Collettivo Ginsberg
  • Anno: 2016
  • Durata: 39:08
  • Etichetta: L’Amor Mio Non Muore, Irma Records

Elenco delle tracce

01. Con Due Monete
02. Metti che
03. Primavera mambo
04. La strada dei mulini a vento
05. Portami con te
06. Lingua di luna
07. Nella notte del mondo
08. L’estate di San Martino
09. Visioni a colazione
10. Danza macabra

 

 

Brani migliori

  1. Primavera mambo
  2. Lingua di luna
  3. Con due monete

Musicisti

Cristian Fanti: voce, chitarra, clarinetto, percussioni - Alberto Bazzoli: fender rhodes, harpsichord, farfisa, malador, pianoforte, logan string melody - Gabriele Laghi: contrabbasso elettrico, cori - Riccardo Morandini: chitarra elettrica, chitarra baritona - Eugenioprimo Saragoni: batteria, percussioni, cori
Ospiti:
Gianluca Chiarucci: percussioni - Marcello Detti: trombone - Marco Frattini: percussioni - Giovanni Pistocchi: vibrafono - Andrea Rocchi: chitarra dobro - Roberto Villa: sax tenore - Gaia Mattiuzzi: cori