Locomotif
L’obiettivo è chiaro sin dalle prime note di Forget: suonare un pop “di classe”, rifinito, elegante, ricco di venature soul e quindi con un’anima profonda, utilizzando una gamma di suoni, e di strumenti, che possiamo definire minimale nel numero, ma non certo nella resa sonora. Basso, batteria, piano Rhodes e voce, e nient’altro… Esatto, capito bene, nessuna chitarra, e per rendersi conto del fatto che fondamentalmente non ce ne sia bisogno, occorre ascoltare questo lavoro interamente, assorbirlo piano piano dal primo all’ultimo brano.
Questi suoni, questi arrangiamenti, non necessitano di innesti ulteriori. Non c’è alcuna necessità, in sintesi, di aggregare altri suoni, di “intasare” le melodie e di complicarle: la semplicità, la linearità, sono la cifra distintiva di Twimog, il debutto discografico dei catanesi Locomotif. Sarebbe stato davvero un peccato “incasinare” tutto, saturare i brani per aumentarne l’impatto sonoro.
E allora le undici tracce, legate insieme da un sottile filo melodico, vivono su un altrettanto sottile equilibrio, risultano essenziali, non si “dilungano” - anzi, mantengono realmente una durata da brano pop, non sfruttano gli effetti o l’elettronica per acquisire chissà quale estensione, ma provano a fissare una serie di attimi, di singoli momenti che però, legati insieme, alla fine raccontano una storia. Gli strumenti, dai suoni definiti, precisi, ricchi di spessore, rendono interessante l’ascolto proprio perché le melodie arrivano all’ascoltatore in tutta la loro dinamica.
I riferimenti a certo pop, di marca non solo anglosassone, non mancano, specie in alcuni brani che si muovono a cavallo fra Cardigans e Sigur Ros, ad esempio Black hot coffee, ma non sono né troppo marcati o insistenti, né troppo derivativi; anche in quest’occasione la band siciliana riesce a mantenere una propria direzione, quell’approccio a tratti jazzato che li caratterizza in modo preciso. Una proposta interessante, accurata nella progettazione e raffinata nella realizzazione, che permette un ascolto rilassato, piacevole e che si “gusta” davvero fino all’ultima nota.
01. Forget
02. Onirica
03. La luna e gnac
04. Lost on the run
05. This world is made of grass
06. Drunken dreams
07. Black hot coffee
08. Amare inutilmente
09. Mistake
10. The passer-by
11. Promenade in the sky
Federica Faranda: voce
Carmine Ruffino: Rhodes
Luca Barchitta: batteria
Gianluca Ricceri: basso
Walter Caraci: basso