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Ugo Gangheri

Un biplano a 6 corde

Gangheri è uno di quegli artisti discreti e silenziosi in cui ci si imbatte per caso, quando ti cade lo sguardo sullo scaffale dei dischi, attirato dalla delicatezza della copertina disegnata a mano in maniera quasi infantile e raffigurante un biplano che al posto del timone di direzione e dello stabilizzatore orizzontale (avere un fratello pilota serve!) presenta la paletta di una chitarra. In pratica, Un biplano a 6 corde, titolo dell’ultima ‘fatica’ di Ugo Gangheri.

Fatica… ma siamo davvero sicuri che un artista come Gangheri faccia fatica a comporre la sua musica? Sto riascoltando una ad una le tracce, durante la stesura di questa recensione, e più le ascolto più mi stupisco della naturalezza che permea l’intera opera di questo artista napoletano, non più giovanissimo (ma ha un senso l’età quando parliamo di musica?), che ha attraversato la composizione dei testi, ha scritto colonne sonore, ricevuto riconoscimenti per le sue canzoni, insomma, un artista a tutto tondo che ora si è innamorato della potenza e della potenzialità che può offrire la musica senza bisogno di avere un testo che l’accompagni, che la completi. Quel che colpisce di Gangheri è la spontaneità con la quale le linee strumentali s’intrecciano fra loro. È come se la sua musica disegnasse scie bianche nel cielo, proprio come quelle degli aerei che quando sei bambino guardi con il naso all’insù dicendo “guarda, qualcuno mi sta pensando…”.  Detto questo, diventa quindi difficile descrivere l’impatto emotivo di un artista come lui. Me ne rendo conto soltanto ora, che scrivo e cancello continuamente quel che butto giù, perché ho quasi l’ansia che le mie parole vuote vadano a scalfire la dolcezza silenziosa di questo disco che, sempre con discrezione, accarezza la pura strumentalità, strizzando però l’occhio al jazz, riconoscibile in alcuni assoli di pianoforte.

L’ho conosciuto anche io per caso, Ugo Gangheri, ed è stato una manciata di mesi fa, in occasione del concorso L’artista che non c’era 2019, sezione strumentale. È raro che un artista, un album o anche una singola traccia mi colpiscano al primo ascolto: impiego sempre molto tempo a far diventare mio un brano: devo ascoltarlo e riascoltarlo, imparare quasi a memoria i passaggi, crearmi da sola le aspettative e le giuste attese, per piegarlo ai miei desideri, ai miei bisogni incostanti e mutevoli come il mio umore. Ma Gangheri è stato da subito una piacevole eccezione alla regola: il mio solito scetticismo di fondo ha lasciato il posto a un piacevole stupore, al punto che ho ascoltato più e più volte i due brani da lui presentati. Non ha vinto, ma è arrivato alla fase finale e per me è stata una bella soddisfazione vedere che il suo tocco chitarristico, la sua creatività, avevano fatto breccia non solo in me, ma in molti giurati. E così ho iniziato ad ascoltare con più calma tutto il disco, perché seppur è vero quel che dicevo prima, una volta trovata la chiave giusta, mi piace ascoltare e riascoltare più volte quel che un artista vuole comunicarci con la sua musica. Una “compagnia” estiva a cui attingevo ogni volta che avevo voglia di ritagliarmi del tempo per me.

Settembre è ormai arrivato, portando con sé la brevità delle giornate, che lasciano il posto alla notte forse troppo velocemente e in maniera troppo arrendevole. Ma il caldo, che non accenna a diminuire, ci permette di tenere ancora le finestre aperte; dalla mia in questo momento arriva a tutto volume un’inascoltabile trap, tortura gentilmente offerta da vicini di casa poco educati. E mentre scuoto la testa perplessa, in cuor mio mi auguro che Artisti – sì, con la A maiuscola – come Ugo Gangheri trovino il giusto spazio e la giusta dimensione in un mondo che si sta ahimè sempre più piegando a quel rumore che viene indebitamente definito musica.

Un biplano a 6 corde, disco che per quanto mi riguarda merita un 30 e lode con tanto di plauso accademico, è un’opera per tutti, nonché la conferma di quanto la musica sia davvero – ma davvero – terapeutica. Dimenticavo. Il disco supporta economicamente il lavoro di chi, da volontario, si occupa di randagismo sul territorio. What else?

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Kammermuzak-Soccangeles-NA
  • Anno: 2019
  • Durata: 62:48
  • Etichetta: Gangheri Music

Elenco delle tracce

01. Sebeto
02. Sipario
03. Ghirlanda
04. A lo vento
05. Il poeta
06.Le mie tomaie
07. Mombasa
08. Un biplano a 6 corde
09. Canto di un mandorlo
10. La beleza
11. Orbetello
12. Pianura
13. Tamerice
14. Albamare
15. Sulla via dell’eremo
16. Il cielo di una gouache

Brani migliori

  1. Un biplano a 6 corde
  2. Pianura
  3. Sulla via dell’eremo