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Cranchi

Un posto dove stare

Continua a scorrere l’effluvio cantautorale di Cranchi (Massimiliano) percorrendo la sesta ansa della sua personalissima narrazione, fatta di vissuti reali e racconti ispirati dalla letteratura tanto cara all’artista mantovano (Borges, Steinbeck, Billy Pilgrim). Gli 11 brani del suo nuovo lavoro Un posto dove stare, tra arature rock, alt-folk e visionarismo culturale ci danno sùbito l’immediata conferma di come sia riuscito a crearsi un esclusivo “corner” autorale continuando a “scrivere sempre a penna” (come egli stesso afferma…), ma intriso di una maggiore solitudine, complice il forzato confinamento del lockdown. Quindi, un altro prodotto generato con “sofferenza” ma il risultato finale ne ha guadagnato sicuramente in intensità emotiva. Con l’ausilio integrativo di 14 eccellenti comprimari musicisti, Massimiliano cementa il piglio espressivo, dando ulteriore prova di originalità ed intelletto, senza ovviamente tralasciare il prezioso sostegno di Marco Degli Espositi in fase di assemblamenti e recordings.

L’evocazione strumentale della dea del focolare domestico Estia, fa da intro all’incalzare ossessivo del singolo Plaza Dorrego, con un tocco di piano che penetra senza indugi e senza remore. Poi s’appassiona veemente a La leggenda del Trinche, ossia Thomas Felipe Carlovich, calciatore non velocissimo ma con numeri fantasiosi improvvisi e lo descrive formulando un atto con doppia trovata ritmica che gli conferisce indubbia unicità. Conigli è uno di quegli adescamenti letterari di cui si diceva prima: una song-cardine dell’opera nella quale “Uomini e Topi” di Steinbeck è il mèntore assoluto per evocare cari amarcord d’infanzia. Non lascia nel dimenticatoio il perenne allarme dell’immigrazione in Ne ho visti troppi come voi e (probabilmente) Borges aveva ragione di ritenere l’uomo come il mostro terreno, una sorta di minotauro splendidamente descritto in La casa di Borges. Un pezzo di storia rivive nella distruzione dello Stari Most, in piena guerra balcanica. Invece, la preziosità di nonni e dolci ricordi, li effigia nel puzzle di Uova al tegamino/Giovedì, per poi chiudere i battenti con l’amata Felonica, località sul Po dal quale Cranchi non si sradicherebbe neanche sotto tortura, visto che non immaginerebbe altro posto all’infuori di lì per abitarci. Finché tale ubicazione gli donerà questo stato di grazia scritturale, anche noi appoggiamo l’idea di obliare futuri traslochi. Lunga vita in riva al fiume per Cranchi: davvero “un posto dove stare” irrinunciabile.

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Durata: 34:03
  • Etichetta: New Model Label / Happen Stance

Elenco delle tracce

01. Estia

02. Plaza Dorrego

03. La leggenda del trinche

04. Conigli

05. Ne ho visti troppi come voi

06. Nettuno

07. La casa di Borges

08. Stari Most

09. Uova al tegamino/Giovedì

10. Ogni giorno

11. Felonica

Brani migliori

  1. La leggenda del Trinche
  2. Plaza Dorrego
  3. Felonica

Musicisti

Cranchi Massimiliano: voce, chitarra, pianoforte, clarinetto - Degli Espositi Marco: chitarre, synth - Castaldelli Simone: basso elettrico - Zerbinati Luca: pianoforte e tastiere - Negrelli Fausto: batteria - Maio Federico: batteria, tamburo a cornice e santur - Dosoli Massimiliano: clarinetto - Stella Antonio: fisarmonica e chitarra - Govoni Nicola: contrabbasso - Paggi Matteo: tromba e trombone - Arioli Iris: flauto traverso - Angiuli Simone: violino - Marchesini Sergio: fisarmonica - Bettoli Alessio: cajon - Vincenzi Luca: chitarra acustica