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Unòrsominòre

Una valle che brucia/Analisi logica

Un 2017 davvero denso di attività quello che ha visto il veronese Emiliano Merlin, in arte Unòrsominòre, protagonista di una doppia realizzazione: un album, Una valle che brucia, ed un Ep contenente altri tre brani, Analisi logica, in cui è stato “recuperato” il brano “pezzali” che risaliva al 2012, concretizzatisi contemporaneamente e proposti insieme al pubblico. Tra l’altro parliamo di un vero e proprio esordio, a voler significare che l’attività è stata veramente intensa ed ha prodotto una mole notevole di materiale musicale.

Una valle che brucia è un album di canzoni, di singole canzoni, non necessariamente collegate l’una all’altra, o forse sì, ma sempre a seconda di come le si ascolta, legge ed interpreta: l’eventuale filo conduttore può essere, nel caso, il metodo con cui l’autore osserva le realtà circostanti, ed i criteri attraverso i quali, descrivendole, le analizza. Al centro di tutto si trova l’io, non tanto in qualità di concetto astratto, quanto invece come soggetto che osserva la realtà, si pone domande, palesa inquietudini, sottolinea contraddizioni, insomma non accetta che la realtà intorno a lui gli “cada addosso” quasi inevitabilmente. Ed anche l’aspetto musicale dei brani segue questo tipo di logica: così come non lo sono i testi, neppure la musica è lineare, ma ricca invece di asperità, di spigoli, di chiaroscuri che talvolta attraverso le parole, altre volte grazie ad inserti strumentali brevi ma incisivi, vengono sottolineati e rivolti all’ascoltatore: sono affermazioni, dubbi, domande o certezze che transitano anche solo per un attimo, ma lasciano tracce indelebili.

Quello di Unòrsominòre è un album decisamente e profondamente laico, sicuramente “politico”, ma non nel senso di “militante”, bensì nel senso di una chiara, netta e precisa presa di coscienza della realtà: da dove arriviamo, come ci siamo arrivati e grazie a chi, come siamo ora e perché, il più delle volte, la realtà attuale deprime, quasi insulta, il percorso grazie al quale ci è stata consegnata. Il concetto aristotelico per cui la politica è, o dovrebbe essere, l’amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano, viene di fatto sviluppato “al contrario”: i brani, ognuno in un determinato contesto, analizzano tutto ciò che non si è fatto, o non si fa, per ottenere quel determinato risultato, segnala fatti, vicende, situazioni in cui le scelte sono andate contro quell’idea di “bene di tutti” che dovrebbe sottendere alla vita di ogni uomo.

Si badi bene: non ci sono, né in questo lavoro, né all’interno dell’Ep, intenti etici o moralistici ma, semplicemente, una serie di inevitabili constatazioni, ad esempio in O tempora, magari utili come punto di partenza, non tanto per una consueta ed “approfondita riflessione”, quanto invece per un deciso, ed immediato, cambio di atteggiamento, necessario ancorchè difficile da realizzarsi. Le parole pesano, eccome, così come i passaggi strumentali che ne sottolineano spesso la drammaticità e l’urgenza: macigni scagliati, senza alcun tipo di riguardo anche perché, quando non risulta sufficiente il loro significato, allora anche la loro forma assume un “peso” specifico assai rilevante.

 Foto Michele Bergamini

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Fabio De Min, Emiliano Merlin
  • Anno: 2017
  • Etichetta: diNotte Records

Elenco delle tracce

01. Il demone meridiano
02. Hubris, o preghiera del senza Dio
03. Canzone del partigiano Giovanni
04. Varsavia
05. Mattatoio
06. Canzone di Aleiksos
07. Uomini contro
08. Breve considerazione sul cosmo
09. Fare meno/fare meglio
10. Clinofilia
11. 18 Aprile
12. O tempora
13. Epater le Bourgeois
14. Pezzali
 

Brani migliori

  1. Canzone del partigiano Giovanni (uomini contro pt.1)
  2. Varsavia
  3. Fare meno/fare meglio

Musicisti

Emiliano Merlin: voce, chitarre elettriche, chitarre acustiche, basso elettrico, sintetizzatori, batteria elettronica, percussioni  -  Michele De Finis: basso elettrico  -  Jonathan Maurano: batteria, percussioni