Giorgio Canali & Rossofuoco
Per quella rabbia che ti entra nelle vene, si mischia alla tua, poi scendono allo stomaco e lì si riconoscono uguali. O per la disillusione acciaccata di chi ne ha attraversate troppe, che si specchia nella tua e messe una sopra l'altra combaciano alla perfezione. O forse per quell'amore disastrato e disidratato, come il tuo, zoppo o incendiato che sia, suicida spesso, che avete attraversato, pensavate di morirci e poi siete sopravvissuti. Per lo stesso sguardo che si poggia cinico sui disastrosi incubi che vi tocca affrontare giorno per giorno, o per quella medesima lotta incessante di chi sta ancora in piedi nonostante le botte che piegano i ginocchi. O perché se non ha nulla da dire Giorgio Canali sta zitto.
Canali (& Rossofuoco) ha fatto passare sette anni dall'ultimo Rojo prima di recuperare due versi da quella Orfani dei cieli che chiudeva l'album e decidere, come un regista assolutista e desolato, e forse pazzo, che in questo disco qua doveva piovere, piovere sempre, piovere sui conflitti irrisolti, sui fantasmi che crei e poi butti in qualche armadio, sui mostri che ti crescono dentro e si alimentano dei mostri che trovi fuori e poi si moltiplicano; piovere ferocemente prima e con una lucidità liberatoria poi, piovere che ti si corrode pure l'anima, piovere che arriva aria gelida, nebbia, tempeste e poi all'improvviso una sconfinata intima poesia che quasi non sei pronto ad accoglierla e ti spaventa; piovere su tutto, sull'inquietudine che mai si arrende, sulla voce sempre incazzosa e sincera, e sull'amore che mai è curativo ma ammala e dilania, con la stessa potenza con cui non si fa dimenticare: ed ecco Undici canzoni di merda con la pioggia dentro.
Non so dire se questo sia il suo miglior album, ma davvero non importa a nessuno metterlo in classifica con gli altri. Certamente è quello più necessario. Necessario a me, alla mia sopravvivenza psico-social-emotiva. E necessario alla musica italiana perché, senza farne una mera questione generazionale, queste undici canzoni urlano che c'è un rocker di 60 anni con la voce impastata da anni di alcol e fumo e la chitarra che stride ancora e ancora, che sa raccontare di lividi e ferite personali come della nostra squallida contemporaneità più intensamente e poeticamente di tanti ventenni di oggi.
Perciò...lunga vita a Giorgio Canali, e alle sue parole.
TOUR DI PRESENTAZIONE GIORGIO CANALI & ROSSOFUOCO
26/10 Brescia - Latteria Molloy
02/11 Bergamo – Druso
03/11 Livorno - The Cage
09/11 Parma - Wasabi c/o Zu
17/11 Firenze - Glue
30/11 Roma - Monk
07/12 Carpi (MO) - Kalinka
14/12 Milano - Serraglio
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01. Radioattività
02. Messaggi a nessuno
03. Piove finalmente piove
04. E sta a te
05. Unidici
06. Emilia parallela
07. Aria fredda del nord
08. Fuochi supplementari
09. Danza della pioggia e del fuoco
10. Mille non più di mille
11. Mandate Bostik
Giorgio Canali: voce, chitarra, armonica e tastierine a tre dita - Marco Greco: basso - Luca Martelli: batteria e percussioni - Stewie Dalcol: chitarra