Luigi Maieron
Chi ascolta musica per puro
divertimento stia lontano da qui, potrebbe infastidirsi. Chi invece è convinto
che le canzoni siano delle porte verso “altri” mondi, talvolta lontanissimi,
beh, si accomodi pure nel bosco incantato di Luigi Maieron.
Produce Michele Gazich, più volte
a fianco di Massimo Bubola, e quello che imbastisce per il cantautore friulano
è un impianto folk classico, secondo quello che ormai possiamo definire come il
suo marchio di fabbrica. Dentro questo universo sonoro Maieron entra in punta
di piedi, narrando col suo timbro vocale suggestivo storie popolari, proverbi
come Ognun bale cun so agne (“Ognuno
balla con sua zia”), nel quale viene sintetizzata la relazione tra un
comportamento bizzarro e l’azione che l’ha mosso, oppure piccole nostalgie,
come quelle descritte in A passo di donna.
Sempre di donne si parla in Une mari
(“Una madre”), che descrive l’immagine di colei che riesce a sostenere – più
dell’uomo – il dolore. Non poteva mancare in una trama di questo tipo un
personaggio come Mago Tiraca, che
attraverso i nervi recisi della sua gamba amputata sente il tempo cambiare e la
nostalgia per una donna perduta.
Storie di donne dunque, di amori
perduti, ma anche di un mondo rurale che fatica a sopravvivere e riesce però a
generare ancora emozioni. Il tutto immerso in un campo musicale sempre ricco di
fascino, dal quale si erge come un gioiello raro una canzone splendida come La neve di Anna, che pare la sequenza di
un piccolo film girato tra il Friuli e l’Austria. E’ la storia di una donna che
parte alla ricerca del marito, lavoratore stagionale, che dall’Austria non è
più tornato. Dopo aver attraversato a piedi in pieno inverno le Alpi lo trova,
ma c’è un’altra donna con lui e l’uomo invita la moglie a tornare a casa. Lei
riprende il viaggio ma è stremata, raccoglie un po’ di foglie e si sdraia nella
neve, raccontando con le lacrime il suo dolore, mentre la neve, cadendo, le
accarezza le spalle quasi a consolarla: «per favore cos’è un amore chi sa dire
cos’è un amore. Per lei era il passo incerto, era una carezza di neve».
Un disco cantato parte in
friulano (lingua bellissima e molto musicale) e parte in italiano, composto da
un autore che si nutre di poesia e di umanità, rivelando un profondo senso
religioso che l’ha portato alcuni anni fa a rileggere in musica, lontano da qualsiasi
volontà clericale, il Vangelo di San Marco.
01. Ognunn bale cun so agne
02. A passo di donna
03. Une mari
04. Mago tiraca
05. Dal cialt al freit
06. La neve di Anna
07. Il vento di casa
08. Mieli
09. In viac
10. Une primavere
Luigi Maieron: voce,chitarra,
basso
Michele Gazich:
violino,viola
Giorgio Cordini:
bouzouki, chitarre, mandolino
Paolo Manfrin:
contrabbasso
Ellade Bandini:
batteria, percussioni
Luca Ferro:
fisarmonica
Franco Giordani:
voce, mandolino, chitarra
Elena Ambrogio:
flauto
Johnny Dario: voce,
bodhran