Carlo Pestelli
Carlo Pestelli sa giocare molto bene con le immagini e con le parole e lo dimostra sin dalla copertina, dove una sua foto, che lo ritrae seduto, è posta dentro un labirinto di cartapesta: un po’ alienazione? un po’ smarrimento? un po’ l’essere immerso in un mondo che non riusciamo a comprendere fino in fondo? Ciò che sembra certo è l’apparente assenza di una qualsiasi via d’uscita.
Anche dentro il bel libretto, troviamo altre immagini curiose come quella con una gabbia per uccellini in cui l’uccellino di cartapesta ha già preso il volo, dentro al suo posto c’è ancora una foto che ritrae Carlo Pestelli che abbraccia la sua chitarra, lo sportello della gabbia è aperto, ma il nostro non sembra volerne approfittare… è forse più comodo vivere il ruolo di vittima del sistema che non tentarne l’abbattimento di ogni barriera o piuttosto che fuggire è meglio combattere dall’interno a suon di canzoni?
Il gioco proposto con le immagini è ampiamente ripreso anche a livello musicale ed allora il discorso si fa ancora più sfuggevole, anche dopo ripetuti ascolti resta difficile racchiudere l’intero lavoro in un qualsiasi genere musicale, ma questo è anche un pregio, in fondo come l’aria del titolo del disco, l'intero progetto è quasi materia inafferrabile, impalpabile, il nostro protagonista non canta forse di aver bisogno di «aria ma che non sia un’ora d’aria / aria e che non sia un vuoto d’aria»?
Ecco allora che nel disco troviamo il lato comico di Carlo, con gustosissimi pezzi strabordanti humor come Bar sotto casa, strampalata canzone su un mondo di gente ormai persa in un mondo irriconoscibile, Senza di te, un comicissimo pezzo d’amore in cui fa capolino una certa «Jennifer della Bofrost» a salvare il protagonista da una cena dell’ultimo momento o Il mio funerale, brano un po’ brasseniano il cui il protagonista della canzone è lo stesso Carlo che si immagina assai divertito al proprio pittoresco funerale. Ma c’è anche il lato serio, ne è un esplicito esempio Paloma blanca, canzone sul dolore portato dalla guerra anche quando è combattuta in nome della libertà e non importa se il contesto è l’Argentina, il Messico, la Palestina o l’Italia al tempo della Resistenza, canzone che si lascia apprezzare per il suo duettare con la splendida e sofferta voce di Lalli. Non saprei bene spiegarne il motivo, tuttavia tra le due facce dello stesso Pestelli continuo a preferire quella più scanzonata, forse perché quando è troppo serio finisce per cadere negli stereotipi deandreiani.
01. Poco
02. Aria
03. Bar sotto casa
04. Lungo fiume
05. Paloma blanca
06. Radio bugliolo
07. Libero mercato
08. Senza di te
09. Il mio funerale
Carlo Pestelli: voce, chitarra Alex Gariazzo: mandolino, chitarra acustica, chitarra elettrica, chitarra slide, cori, percussioni, chitarra baritona, basso, chitarra dodici corde Sem Cigna: percussioni, programmazione, batteria Marco “Benz” Gentile: viola, violino, cori Guido Nardi: cori Luca “Lallo” Mangani: basso elettrico Roberto “Rhobbo” Bovolenta: chitarra acustica Gianni Coscia: fisarmonica Giorgio Li Calzi: tromba Lalli: voce Luca Bertinaria: contrabbasso Tommaso Testa: basso elettrico Stefano Melis: clarinetto Marika Bertuzzi: voce di Grazia