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Paolo Rigotto

Uomo bianco

C’è chi sostiene che i batteristi siano dei tipini un po’ (molto) particolari, ed in questo caso occorrerebbe chiedere lumi alla Banda Elastica Pellizza, oppure ai Syndone, che hanno affidato piatti e tamburi a Paolo Rigotto, il quale non contento di queste due importanti, e decisamente differenti collaborazioni, nel 2011 ha pensato bene di pubblicare il suo primo album solista, Corpi celesti, doppiato un anno dopo da questo Uomo bianco, secondo lavoro con coordinate completamente diverse.

One man band, si usa dire in questi casi, perché Paolo ha fatto tutto da solo, suonando tutti gli strumenti, ma le dodici tracce del suo nuovo lavoro non corrono certo il rischio di essere troppo omogenee, anzi, risultano un mix estremamente variegato di ritmi: si passa con una naturalezza assoluta dal crossover di hip hop e funk, con qualche spruzzata più hard, di È successo alle atmosfere afro-cubane di La lingua.

Comune denominatore sono i testi, ricercati sia nelle espressioni che nella costruzione, e comunque sempre molto ben “sincronizzati” con le strutture musicali dei pezzi: anche l’utilizzo di numerose assonanze, l’adattare le parole ai suoni ed ai timbri degli strumenti è un segnale preciso del lavoro certosino che si trova alla base della realizzazione dell’album e la spontaneità con cui “escono” i brani è sicuramente un merito dell’autore, capace di coniugare ironia, capacità compositive e perizia tecnica.

English soup è, nel suo piccolo, una perla di saggezza sull’uso della lingua, non solo (ma anche) nella musica, così come la precedente Facciamo pace riesce a trattare l’argomento con intelligente leggerezza e senza le banalità che, in questi casi, sono sempre latenti. In questo senso anche Cambiare musica è una sorta di inno che, facendo il verso agli “anatemi” degli anni ruggenti, non manca di offrire qualche spunto di un certo spessore.

Quindi un album che, se ad un primo ascolto, può risultare “leggero”, arioso, soprattutto per la sopracitata ironia di cui è denso, ad un’analisi più approfondita ed attenta appare decisamente ben costruito e musicalmente molto strutturato; l’ironia dei testi, in realtà, va a toccare tematiche importanti, di una certa profondità, che sicuramente nobilitano il concetto di musica “leggera”.

Infine, l’utilizzo non casuale di svariati stili musicali è un altro modo per mantenere alto il livello di attenzione dell’ascoltatore, offrendogli continuamente stimoli e suggestioni sempre diversi, visto che, come appare evidente in tutto l’album, non mancano certo a questo artista la voglia e la capacità di osare. A cominciare dalla copertina….

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Rigotto, Francois Veramon  
  • Anno: 2012
  • Durata: 40:14
  • Etichetta: Controrecords

Elenco delle tracce

01. Venire al mondo (prima)

02. È successo

03. La lingua

04. Facciamo pace

05. Quasi quasi

06. English soup

07. Uomo bianco

08. La via lattea

09. Un diritto mio

10. Fuori di me

11. Cambiare musica

12. Venire al mondo (dopo)

 

Brani migliori

  1. È successo
  2. La lingua
  3. English soup

Musicisti

Paolo Rigotto: voce, cori, chitarre, basso, tastiere, batteria, percussioni, campionamenti