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Virginiana Miller

Venga il regno

«Non è mai troppo presto / per rimettersi in piedi / e rialzare la testa / e se non è domenica / se non sarà più festa / andrà bene lo stesso / perché la vita ti vuole / perché ti vuole adesso» (Una bella giornata): i Virginiana Miller, al sesto lavoro, che esce a tre anni e mezzo da Il primo lunedì del mondo, sono tornati con un disco che non smussa gli angoli della realtà per proporne un’immagine idealizzata e oleografica, ma la fotografa nelle sue asperità, nelle sue disillusioni e nelle sue semplici meraviglie; il fine appare dunque invitare ad arrendersi alla bellezza del quotidiano, ma anche e soprattutto a resistere alla “decadenza” del Paese, alla tentazione di abbandonarsi alla delusione e alla sconfitta.

C’è da combattere: c’è da costruire ed accogliere il sereno, nonostante la percezione (o forse proprio dal momento che si è scoperto) che la felicità «è una cosa degli altri». A tale conclusione giunge infatti la traccia d’apertura, Due, sostenuta da un ritmo grave e solenne quasi da marcia, scolpito ovviamente da basso e batteria, ma anche da pianoforte e distorsioni; ad addolcire con pennellate malinconiche l’andamento quasi drammatico e imperscrutabile del pezzo è il ritornello, che si arricchisce del sax baritono nel finale, mentre i versi, con la leggerezza dolente di una filastrocca, sanciscono la labilità della felicità.

Al male, però, anche a quello delle ferite della storia, delle rotture del dialogo e dei mali estremi degli anni violenti, si può reagire: allora il video di Anni di piombo, diretto dal regista Matteo Scotton ( http://www.youtube.com/watch?v=0-2q5cGpxAo ), contrappone al buio della possibile cella di Aldo Moro una pausa estatica di riflessione e preghiera nella natura assolata e cambia il finale del sequestro, che diventa una festa di bentornato e di ricongiungimento di una coppia felice, mentre le rassicurazioni del testo, proiettate in un tempo utopico (pacificato o vuoto?) senza più poteri né mali, o rivendicazioni per cui sia necessario lottare, piegano il brano verso le tonalità accorate di una canzone d’amore.
Gli ideali politici sembrano purtroppo armi spuntate e tramontate d’altronde tra i suoni evanescenti e sognanti e nel sapore amaro delle illusioni di Lettera di San Paolo agli operai.

Anni di piomboche prima pulsa irrequieta e scintilla piano, si spalanca alla distensione placida degli archi e alle loro struggenti aperture cinematiche, ora avvolgenti, ora delicate. Gli archi, oltre a disegnare la chiusa vertiginosa e avvolgente di Dal blu, colorano di luce morbida e sicura il ritmo brillante e rasserenante di Una bella giornata, tenace invito ad assaporarne ed accenderne il calore, come nella quiete entusiasta che pervade i tre signori, non più giovani, impegnati nella gara di sculture del video diretto da Tomas Uolli Marcuzzi. «Ogni data è già scaduta, ogni lezione imparata», ma la pioggia, dopo essersi abbattuta scrosciante, ormai è terminata.

Anche se «tutto va al rovescio», si troverà una qualche soluzione insieme, forti della preziosa sinergia della condivisione, insegna Tutti i santi giorni, premiata con il David di Donatello come migliore canzone originale e colonna sonora dell’omonimo film di Paolo Virzì, tratto dal romanzo d’esordio del cantante della band, Simone Lenzi, che del film è stato anche co-sceneggiatore (qui a fianco nella foto il gruppo con l'ambita statuetta).
Tutte le canzoni del nuovo album del gruppo livornese hanno d’altronde la chiarezza e l’evidenza, plastica ed emozionale, di narrazioni realistiche, con stati d’animo e caratteri colti efficacemente in un gesto, un’abitudine o una parola, pronti ad essere catturati dalla cinepresa, mentre la musica, in uno stile inconfondibile, ha un ritmo incisivo e rock, ma anche una pensosità intima ed emozionante nelle linee di chitarra elettrica, anche alternata a momenti distorti ed impetuosi (v. Effetti speciali Dal blu).
Il tessuto musicale, attentamente elaborato e misurato, spande vibrazioni irrequiete tra gli inserti di synth (come nel perfetto ritratto di costume in salsa quasi funky anni ’70 di Chic, su una vita spocchiosa di viaggi costosi, divorzi milionari e partite al burraco), oppure effonde un incanto elegante tra le note soffuse e profonde di piano, come nella dolcissima, meravigliosa ballata Pupilla, che, tra sonorità acustiche e fiati, rassicura ancora con un amorevole e poetico «luce dei miei occhi brilla in fiamme / sugli specchi rotti in pianto, passa tutto, /ora dormi».

Efficace la satira sugli squallori politico-sociali odierni di Nel recinto dei cani e quella di L’eternità di Roma su una certa Roma bene immorale e volgare, grandiosa e burina, città di «demoni e pontefici», tra «truci tassinari e incroci, / prostatite e prostitute, / senatori e buttafuori», o fascistelli che disegnano «celtiche sui muri», una città che appare «Gotham City  & Botulinia / Babilonia & Cocaina», la cui Grande bellezza (Sorrentino docet) è purtroppo degradata dagli “italioni” che nei loro festini ne fanno la capitale del Cafonal, per usare la terminologia di D’Agostino (per fortuna Roma è anche tanto, tanto altro, ad ogni modo…). 

I Virginiana Miller non nascondono brutture e storture («in questo schifo di città / nell'eco lunga dell'oblio / la verità è polvere / nell'occhio cieco del buon dio», recita Dal blu), eppure questo disco di una band storica, di grande talento ed umiltà, lontana da divismi e da cerebralismi, per la quale speriamo sia giunto finalmente il momento di una meritata e più vasta visibilità dopo ventitre anni di gavetta, è un’incitazione eroica a respirare, fosse pure a fatica, a respirare forte, oltre le lacrime, oltre le umiliazioni, oltre gli ostacoli e l'indignazione, perché il nostro tempo è hic et nunc e «tutta la vita non dura un secondo» (Effetti speciali).

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Ale Bavo
  • Anno: 2013
  • Durata: 45:49
  • Etichetta: Ala Bianca/Warner

Elenco delle tracce

01.Due

02.Anni di piombo

03.Una bella giornata

04.Pupilla

05.Dal blu

06.Lettera di San Paolo agli operai

07.Tutti i santi giorni

08.Nel recinto dei cani

09.Effetti speciali

10.Chic

11.L'eternità di Roma

 

Brani migliori

  1. Pupilla
  2. Una bella giornata
  3. Lettera di San Paolo agli operai

Musicisti

Simone Lenzi: voce - Antonio Bardi: chitarre - Matteo Pastorelli: chitarra, ukulele - Daniele Catalucci: basso, contrabbasso, cori, assistente alla produzione, arrangiamento archi in 02 e 03, arrangiamento corale in 08 e 10, arrangiamento fiati in 04 - Giulio Pomponi: piano, rhodes, synth, arrangiamento archi in 03, arrangiamento fiati in 08 - Valerio Griselli: batteria - Ivan A.Rossi: mixaggio, registrazione, synth in 06 - Ale Bavo: preproduzione, postproduzione, synth in 01, 06, 11 - Beppe Scardino: sax baritono e clarinetto in 01, 04, 08 e 11, arrangiamento archi in 05 e 11, arrangiamento fiati in 01, 04, 08 e 11 - Tony Cattano: trombone in 01, 08 e 11 - Mirco Rubegni: tromba e corno francese in 01, 02, 08 e 11 - Claudio Perigozzo: violino in 02, 03, 05 e 11 - Andrea Cattani: viola in 02, 03, 05 e 11 - Giampaolo Perigozzo: violoncello in 02, 03, 05 e 11 - Matteo Scarpettini: percussioni in 02, 03, 04, 05, 08, 09 e 10 - Marco Capozzi, Luca Carotenuto, Giorgio Mannucci: sezioni corali in 08 e 10 - Sinfonico Honolulu: cori in 11