Elsa Martin
La giovane artista friulana Elsa Martin si affaccia sulla scena nazionale con “vERsO”, un album che riesce a catturare l’attenzione del pubblico già a partire dal suo titolo: vERsO appunto, una stringa di testo che alterna lettere minuscole a lettere maiuscole apparentemente senza una reale motivazione se non quella di essere un possibile espediente di abbellimento grafico. Un’osservazione più attenta fa emergere, invece, che quella grafia non solo nasconde un senso profondo ma racchiude anche il significato stesso di tutta l’opera.
vERsO infatti è una parola dal significato preciso (“direzione”) che include al proprio interno un altro lemma, anch’esso ben definito (il verbo “ero”).
Una musica che guarda al futuro ma che non volta mai le spalle al proprio passato: ecco il filo conduttore che lega tutti i 13 brani (12 più la ghost track finale) contenuti nell’album di esordio di Elsa Martin. Il rispetto per la propria storia e il legame con le proprie radici appare già nella scelta linguistica fatta per presentare i propri pezzi: Elsa canta in italiano ma canta anche in friulano (e la maggior parte dei brani sono proprio in questo idioma), lingua che ha scelto non solo per reinterpretare in chiave del tutto personale alcuni brani della tradizione friulana ma anche per cantare nuove canzoni, di cui lei è sempre coautrice.
Non serve per forza conoscere il friulano per apprezzare i brani originali in lingua locale (ovvero Neule Scure, Dentrifûr e La lûs); ascoltandoli, infatti, l’ostacolo linguistico non si avverte - anche se è indubbio che la comprensione della lingua friulana permetterebbe al pubblico di apprezzare appieno la bellezza e la poesia dei testi - in quanto quelle di Elsa sono composizioni fresche dai ritmi coinvolgenti che ti catturano fin dal primo ascolto.
A non passare poi per nulla inosservata è la bella voce della Martin, sempre attenta a riportare ogni minima sfumatura, come ad esempio in Neve o in Calda sera, brano di forte intensità emotiva che diventa anello di congiunzione tra quell’innovazione e quella tradizione del “verso” vs. l’“ero”, in quanto riesce a far rivivere con le parole un mondo che ormai appartiene al passato ma che continua anche oggi (“ieri non finisce, non passa se appassisce, / non crede nell’autunno, / scorre sulla storia, si bagna di memoria / di te che resti / favola e arcolaio, le frasi del rosario, / l’abbraccio contro il buio / come a ninna nanna mi chiami piano, nonna, / sono qui, sei qui / ma torni via, forse sei via”).
In vERsO, l’innovazione e la tradizione si intrecciano poi anche nella presenza di tre brani della tradizione friulana che Elsa affida ad un trio femminile di canto spontaneo e nella scelta della ghost track, ovvero Ninna Nanna, omaggio al cantautore italiano Bruno Lauzi.
Un disco consigliato sia a chi ama riscoprire la tradizione (in questo senso la provenienza geografica non conta…) sia a chi è alla ricerca di novità musicali che, come in questo caso, arrivano da una giovane cantautrice che ha tutte le caratteristiche per lanciare la sua corsa verso una visibilità nazionale.
www.elsamartin.it
01. Neule scure
02. Al vajve lu soreli
03. Al vajve ancje il soreli
04. Come un aquilone
05. E jo cjanti
06. Gjoldin gjoldin
07. Calda sera
08. O staimi atenz
09. Neve
10. Griot
11. Dentrifûr
12. La lûs
Elsa Martin: voce -
Marco Bianchi: chitarra, arrangiamenti, computer programming -
Alessandro Turchet: contrabbasso -
Emanuel Donadelli: batteria -
Lucia Clonfero: violino -
Francesco Socal: clarinetto e clarinetto basso -
Alberto Roveroni: batterie aggiuntive, programmazioni aggiuntive (tracce 1, 3, 4, 7, 9, 11 e ghost track Ninna Nanna) -
Mauro Costantini: piano (tracce 4, 7) -
Trio di Givigliana: voci (tracce 2, 5, 10) -
Bambini di Betania: coro (traccia 12)