Underfloor
Quando si parla di rock fiorentino la mente degli appassionati va al periodo d'oro degli anni ottanta. Quello in cui nascevano gruppi come Litfiba, Diaframma e Neon e che ponevano il capoluogo toscano al centro dell'interesse musicale e culturale di tutta Italia. Forse gli Underfloor sono tra i pochi degni eredi di quel periodo: sia per qualità musicale (di cui parleremo tra poco), sia per l'indipendenza nella creazione di questo loro secondo album. La Suburban Sky è un'etichetta da loro fondata, mentre la registrazione del disco è stata effettuata nel loro studio-sala prove. Il legame con il rock del decennio sopra citato è poi suggellato dalla presenza di Ernesto de Pascale (produzione e missaggio), Francesco Magnelli (ospite al piano rhodes) e – attraverso la società di distribuzione Materiali Sonori – Giampiero Bigazzi, tre protagonisti di quel periodo oggi in primo piano nella diffusione a vario titolo della musica di qualità.
Tanti
gli elementi di interesse di queste sette tracce. Innanzitutto la capacità di
cogliere elementi importanti del passato, dalla psichedelia al progressive, rivestendoli di
sensazioni moderne. Il trio chitarra-basso-batteria dilata le sonorità fino
alle estreme possibilità consentite ma senza – ed è ciò a sorprendere – che si
possa parlare di sperimentazione. E' rock nell'approccio con la canzone, ma è
un rock che fa pensare grazie anche a testi (in italiano, altro elemento di
grande interesse e non certo scontato) di grande impatto pur nella loro
semplicità strutturale. Ci sono anche momenti più sereni, come Ancora un
inverno, ma basta ascoltare Novembre, Non più parole e la
lunga e finale Dall'esterno per rimanere senza fiato.
Lavoro
vivamente consigliato. Non a caso gli Underfloor, oltre alla finale del Rock Contest del 2004, hanno
vinto il Premio “Piero Ciampi”
2008 per la migliore cover di un brano del cantautore livornese,
“Bambino mio”.
01. La mia necessità
02. Ancora un inverno
03. Bianco
04. Novembre
05. Non più parole
06. Insensibile
07. Dall'esterno
Matteo
Urro:
voce, chitarre, piano rhodes, mellotron, synth e glockenspiel
Guido
Melis:
basso
Lorenzo
Desiati:
batteria
Fabrizio
Orrigo:
pianoforte
Giulia
Nuti:
clavicembalo, viola e arrangiamento archi
Antonio
De Sarlo:
violino
Anton
Horvath:
violino
Petru
Horvath:
violoncello
Paola
Maria:
cori
Simone
Milli:
moog e synth
Gabriele
Mori:
flauto
Francesco
Magnelli:
piano rhodes