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Karenina

Via Crucis

Un pizzico di sana ironia mescolata al sarcasmo, una buona dose di onestà intellettuale, rabbia e rassegnazione espresse in parti uguali, desiderio di rivalsa unito all’amara consapevolezza di una certa ineluttabilità delle cose…una ricetta complessa, assemblata da ingredienti caotici e contrastanti, ma è chiaro che raccontare in musica la realtà italiana, ed intitolare il proprio album Via Crucis è, di fatto, una scelta precisa.

I cinque componenti dei Karenina, band bergamasca giunta al loro secondo lavoro, non avevano che l’imbarazzo della scelta nel decidere di cosa parlare, ed allora hanno optato per iniziare da un noto fatto di cronaca avvenuto peraltro proprio “dalle loro parti”, per poi raccontare la loro visione del presente in chiave pop-rock senza troppi giri di parole, in modo molto diretto, con arrangiamenti elaborati ma mai esageratamente complessi, ricchi di suoni taglienti, a tratti aspri, ai quali la melodia fa da contraltare in una sorta di danza degli opposti.
Poi, all’interno dei singoli brani, massima libertà, e quindi si può partire in sordina, quasi in punta di piedi, per poi liberare l’energia e la potenza nel brano La sapienza, senza peraltro porsi alcun limite nel cambiare ancora stile e suoni nel momento in cui si decide di chiudere il brano con una sorta di vaudeville elettronico distante, e parecchio, dall’incipit.

Massima libertà, dunque, che in effetti spiazza l’ascoltatore perché le undici tracce dell’album vanno spesso in direzioni differenti e dunque non rendono facile l’ascolto; peraltro questa eterogeneità appare del tutto desiderata, se non addirittura ricercata, proprio perché ciò di cui si parla, pur essendo generato nello stesso luogo ed in un preciso periodo storico, non è affatto coerente, e non ha altro comun denominatore se non un generale senso di vuoto, di scollamento sociale, di sfacelo etico. Ed allora, proprio per seguire e sottolineare le contraddizioni, le incoerenze, i contrasti attraverso i quali leggere la realtà, è necessario che la musica utilizzata per narrare tutto ciò sia altrettanto incoerente, scorbutica, ricca di vuoti e di pieni in rapida e repentina sequenza, apparentemente schizoide e priva di omogeneità, esattamente come questa realtà.


L’Italia è bellissima, nel paradosso del titolo e della narrazione, racchiude in sé il senso profondo di questo lavoro: ciò che è, rispetto a ciò che si vorrebbe fosse, la realtà di fronte al desiderio, la voglia di poter fare qualcosa per modificarla, questa realtà, e la constatazione che essa stessa appare sempre fortemente refrattaria a qualsiasi cambiamento.
Viene spontaneo chiedersi, ad un certo punto, se ci sia almeno speranza, ed i Karenina in questo senso non chiudono le porte a nulla. Certo, ci vuole davvero molto ottimismo e, perché no, una buona dose di fiducia, per trovare sbocchi positivi…

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Karenina, Enrico Brugali, Francesco Invernici, Maurizio Giannotti
  • Anno: 2014
  • Durata: 36:40
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. 26 novembre 2010
02. Ovest
03. Nel centro del paese
04. La sapienza
05. 811 km il sudore in nota spese
06. Per vederti ancora
07. E l’universo
08. Hey tu!
09. Non si muove
10. L’Italia è bellissima
11. 26 febbraio 2011

 

Brani migliori

  1. Ovest
  2. La sapienza
  3. L’Italia è bellissima

Musicisti

Enrico Brugali: batteria  -  Francesco Bresciani: voce  -  Francesco Zini: basso elettrico  -  Giuseppe Falco: chitarra elettrica  -  Ottavia Marini: pianoforte, tastiere  -  Dowi McGee: batteria  -  Jacopo Moriggi: chitarra, didjeridoo  -  Daniele Roncelli: tromba