Biancostile
Pop rock molto ben suonato, di impatto immediato, molto orecchiabile, dove begli assoli di chitarra convivono con suoni elettronici che riecheggiano i migliori anni ’80. Ecco Viaggio senza meta, primo cd pubblicato dai Biancostile dopo il cambio di nome (prima erano P.V.N.) e il successo al concorso di musik.it.
Appena si inizia l’ascolto, fin dalle prime battute, si capisce che il viaggio in questione ha poco a che fare con la geografia. È evidente che le separazioni, le distanze di cui cantano i Biancostile sono soprattutto quelle affettive e comunicative. Quelli che si descrivono sono i luoghi del cuore, dove affiorano frustrazione, dubbi, isolamento, alternati a momenti di gioia e desiderio di vivere ogni attimo.
Certo, niente di nuovo. Magari per chi non è particolarmente amante del pop rock lo sbadiglio e il già sentito sono in agguato: ma il prodotto è valido, c’è onestà, qualità e voglia di mettersi in gioco.
Il viaggio inizia con Mai. Un brano che inizia con un atmosfera quasi sognante, creata da suoni elettronici, e che poi esplode in un potente ritornello rock, dove la voce ripete con desolante certezza «Mai, mai mai/ ti cercherò». Anche il secondo brano, Frasi non dette, parla di distanze comunicative e frustrazioni: «Via per sempre ora il tuo cuore è lontano dal mio/ frasi non dette».
Con Sogno, invece, il terzo pezzo, arriva un po’ di ottimismo. Il protagonista è vivo e vegeto e felicemente innamorato. I cuori ora sono vicini.
La quarta canzone, Luce, è un’interessante rilettura rock del pezzo di Elisa, vincitrice di Sanremo 2001. A dieci anni di distanza la canzone mantiene tutta la sua freschezza e acquista un deciso piglio rock .
Dopo la delicatissima ballata Sentimi, i ruggiti rock ritornano con Il centro del sole. Ancora il viaggio la ricerca, che si dilatano all’infinito, allo spazio, alle stelle.
Ancora rock in Non ti chiedi mai perché, duro ritratto di una persona indifferente, incapace di accorgersi di ciò che gli sta intorno: «Pioggia cade intorno a te/ non ti accorgi, il rischio c’è/ sale il fango che ti avvolge/ come sabbia mobile».
È tardi ormai è il ricordo amaro di un amore finito. E il viaggio termina con Gioco d’amore. Un gioco ingarbugliato, che ferisce e si risolve solo con dolore e fatica.
Complimenti per la bravura. Però la prossima volta un po’ di coraggio in più, e qualche ovvietà in meno, ok?
01. Mai
02. Frasi non dette
03. Sogno
04. Luce
05. Sentimi
06. Il centro del sole
07. Non ti chiedi mai perché
08. E’ tardi ormai
09. Gioco d’amore