Chianluca
Forse è un’utopia, un sogno (per ora) irrealizzabile, ma vivere all’infinito non è, da sempre, il grande desiderio cui anela l’uomo nell’anima? Ebbene, in attesa che la scienza possa sempre più alimentare questa recondita speranza con la ricerca, sostenuta dalle laute offerte elargite da Elon Musk e paperoni vari, si può viaggiare (questo sì, che è possibile!) con la fantasia artistica che, palesemente, adotta il cantautor-pianista veronese Chianluca (Gianluca Chiarelli) nel debut-album Vivere all’infinito, edito dalla corregionale etichetta V-Rec.
Già dando un’occhiata all’art-cover dell’album, si può dedurre che il Nostro si libri in voli compositivi pindarici tra piramidi e castelli illuminati da un sole semi-eclissato, per fornire magica luce compositiva ad un cantautorato decisamente rimarchevole e poco dozzinale, lievitato in otto porzioni sonore. Per prima, viene assaggiata La zucca nel castello, con gustose fette fiabesche intinte in leggero reggaettino disincantato ma l’insolita griffe scritturale di Chianluca è ben rappresentata nella pluri-caratteriale Disco Sapiens, fornita di belle divagazioni pop-prog-funk, che la elegge tra le migliori del lotto, mentre l’effluvio pop-rock si espande nella snella andatura della titletrack. Nella triade dei singoli estratti Emozioni, Girasoli ed Eclissi di marzo c’è sempre da cogliere aspetti stra-validi: nella cover battistiana vigono (s)travolgenti cambi ritmici, che denotano la voglia di Gianluca di farne una versione spiazzante e poco usuale. Nel secondo elencato, l’indole si mantiene su tessuti più morbidi ma pur sempre espressi con un certo vigore, mentre nel terzo conferma la matrice propositiva di confermare, anche in quest’episodio, repentine accelerate con annessa scalata armonica alla PFM di “Impressioni di settembre”, che traccia una squisita scia retrò. Dopo la poco identitaria cover di Carosone Tu vuò fa l’Americano, l’artista scaligero riprende con padronanza le redini della bella scrittura palesando in Il buio nel deserto rosso un considerevole amore Pink Floydiano, innestando un tributo strumentale di gran fattura.
Sebbene Vivere all’infinito resti per l’umanità ancora un sogno nel cassetto, al momento è reale la possibilità che ci dà Chianluca di viverne una mezzoretta suggestiva ed appagante.
01. La zucca nel castello
02. Disco sapiens
03. Vivere all’infinito
04. Emozioni (Battisti/Mogol)
05. Girasoli
06. Tu vuo’ fa’ l’americano ( Carosone/Salerno)
07. Eclissi di marzo
08. Il buio nel deserto rosso