Salvo Ruolo
Copertina e titolo potrebbero parlare da soli: Vivere ci stanca, il disco dell'esordio solista di Salvo Ruolo, ha un impatto forte. Un omino di altri tempi in piedi con una scatola misteriosa e un'esplosione al posto del capo. Volendo farsi suggestionare, abbandono quel che il razionalismo detta e mi lascio trasportare dalle esplosioni dell'immaginazione.
Jean Claude Izzo, Cormac Mc Carthy e Don DeLillo sono i riferimenti letterari dichiarati dallo stesso autore, quindi è facile immaginare che abbia trattato con fare nero, con animo 'blue' e con piglio intimo le undici tracce ispirate ad undici episodi realmente accaduti.
Con la produzione artistica di Antonio Gramentieri, il chitarrista di origini siciliane, dopo una carriera con Noybas e Formelese, propone una canzone d'autore lontana dalla tradizione classica italiana, ma affine a Cesare Basile o al giovane Riccardo Ceres. Salvo Ruolo prende spunto da Bob Dylan e dalla scuola statunitense, ma anche dalla psichedelia 'impegnata' dei Velvet Underground e a quella dei primi Pink Floyd. Elettrico e sfilacciato, acustico e fangoso, claustrofobico e meditato. Nonostante ci sia un'atmosfera chiusa il concept è pervaso di vita, di quella vita che si esprime con voce, chitarra e pugni allo stomaco.
Il cantato/parlato ruvido di Salvo Ruolo è una puntina che incide l'ascoltatore sin dalla prima traccia Spreco di spazio - "il giorno è un palco deserto è uno spreco di tempo che riempie lo spazio di nulla"- come l'affascinante rock desertico di Depurazione e Memorie underground o il blues percussivo e languido di Bangkok blues. Il rock blues di Vivere ci stanca pervade ogni brano, si avverte una sorta di pienezza in Forme lese, vicina ai cari CSI.
Coraggioso e libero nel costruire brani da sette minuti e più (vedi Annullami e Parlami del mare), è stato coadiuvato da ottimi musicisti come Denis Valentini, Diego Sapignoli, Rigo Righetti, Franco Naddei e Michele Truglio.
Piccoli manifesti che ti chiedono di essere più volte ascoltati per l'assenza dei versi nel libretto, ma lo si perdona, a patto che il prossimo disco definisca ancora meglio il suo valido progetto.
01. Spreco spazio
02. Depurazione
03. Bangkok Blues
04. Memorie underground
05. Forme lese
06. Annullami
07. Capovolti
08. Gelo di gola
09. Notte d’inganni
10. Parlami del mare
11. DogVille
Salvo Ruolo: voce, chitarra acustica e elettrica Antonio Gramentieri: chitarra elettrica, acustica e baritono, lap steel, basso, melodica, banjo Diego Sapignoli: percussioni, glockenspiel Rigo Righetti: basso Franco Beat Naddei: vox and pad Massimo Sbaragli: double bass Denis Valentini: drums, percussions and vocals Michele Truglio: spanish guitar