Vasco Rossi
La critica, lo sappiamo, il Blasco non l’ha mai amato. Le mamme lo hanno sempre considerato, qualche volta probabilmente a ragion veduta, un cattivo maestro. Ma il successo del cantautore modenese l’hanno decretato i milioni di fan che puntualmente riempiono gli stadi della penisola, con affluenze inarrivabili per chiunque altro. Il precedente album Il mondo che vorrei è stato un sostanziale passo falso ma, Vasco, a quasi sessant’anni d’età ci tiene a sottolineare di essere ancora qui, invecchiato certo – e ce lo mostra senza pudore ma con molta, molta ironia nel video di Eh già – confezionando l’album dei bilanci, dell’autocritica, del dolore, della vita insomma. Della vita che ci si sceglie perché siamo ciò che decidiamo di essere (Prendi la strada), della vita dove «nonostante che lo sai» i debiti li facciamo sempre soprattutto con noi stessi (Vivere non è facile).
Certo c’è spazio per il sarcasmo – anche nel cantato con tanto di versetti – in Manifesto futurista con le sue chitarre ritmate alla The passenger di Iggy Pop, per l’analisi delle relazioni amorose in Dici che e per il disimpegno piacione in Non sei quella che eri.
Però è di nuovo la vita il tema centrale dell’album; sofferta e urlata nel già classico Vivere o niente, da vivere al massimo in L’aquilone – ma non come negli anni ’80 citati in refrain – perché «ci sono cose bellissime/ che durano lo spazio di un secondo/ e poi tutta la vita dura un secolo/ se sei fortunato». Vasco parla alla gente come la gente parla di se stessa, forse a volte con un lessico fin troppo semplice (ma altrimenti come lo canti in sessantamila a San Siro?) e, almeno in quest’album, senza retorica ma molto lucidamente. Scegliete se essere chic e snobbarlo o cantarlo a squarciagola.
Paolo D'Alessandro { 01/05/2011 )
(chiedo venia, il commento precedente era mio ;)
Jacopo Mossa { 01/05/2011 )
Dici? Ho la sensazione che Vasco sia proprio uno che divide, o piace molto a prescindere o per nulla...
Paolo D'Alessandro { 01/05/2011 )
hai ragione, divide, ma non gradirlo (come il sottoscritto) non significa necessariamente "essere chic". non ci vuole la puzza sotto il naso per considerarlo "abbozzato"...
Silvio Bernardi { 01/05/2011 )
poi tra snobbarlo e cantarlo a squarciagola c'è anche la giusta via di mezzo: ascoltare qualcos'altro... che tanto di bella musica, waaaaaaaaaaaaay better than Vasco, è pieno il mondo.
Jacopo Mossa { 01/05/2011 )
Un conto è scrivere una recensione - si spera oggettiva - su di un artista, un conto è utilizzare i parametri del gusto personale per giudicare un disco. Io Vasco non lo ascolto - se non nelle auto d'altri - e infatti lo snobbo. Ma questo disco è discreto. Keep on rockin'...
Paolo D'Alessandro { 01/05/2011 )
secondo me, non esiste oggettività in critica. anzi, difficilmente esiste oggettività in assoluto. non si può mai prescindere dalle nostre limitazioni sensoriali o da centomila fattori che non sto qui a elencare: non siamo macchine, e le macchine di fatti non hanno spirito critico. se vogliamo prendere l'oggettività come sinonimo di equilibrato, allora ok. la recensione dev'essere equilibrata, prendere in considerazione tutti i possibili fattori che concorrono al successo o al fallimento di un dato "oggetto artistico", e di lì costruire una critica - diciamo così. va bene che scriviamo intorno al lavoro altrui, va bene che abbiamo un minimo di influenza nelle sue sorti di vario tipo, ma riconosciamo con franchezza qual è il nostro posto. che non è inutile, ma non è neanche di "giudici oggettivi". non ci sono leggi in questo campo, e questi non sono trattati di diritto o fisica. in definitiva, non capisco il tuo ragionamento: vuoi dire che "oggettivamente" il disco è discreto (o va cantato a squarciagola?) e chi non gradisce è uno snob a priori? allora non ci sto proprio, scusa.
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01. Vivere non è facile
02. Manifesto futurista della nuova umanità
03. Starò meglio di così
04. Prendi la strada
05. Dici che
06. Eh già
07. Sei pazza di me
08. Vivere o niente
09. L’aquilone
10. Non sei quella che eri
11. Stammi vicino
12. Maledetta ragione
13. Mary Luise (album ghost track)
Alessio Zipoli { 01/05/2011 )
bel pezzo, ma non sono molto d'accordo sul "Scegliete se essere chic e snobbarlo o cantarlo a squarciagola". Non è un po' troppo manicheo?