Il nome di Maurizio Solieri è indissolubilmente legato a quello di Vasco Rossi del quale è stato sempre collaboratore di fiducia, ma anche l’amico con cui ha condiviso gli inizi della carriera, nonché il fidato compositore di alcuni suoi successi, tra i quali è impossibile non citare C’è chi dice no, Canzone e Ridere di te.

Con Volume 1 Solieri ha finalmente prodotto un album completamente a suo nome, affrancandosi temporaneamente anche dalle sue altre collaborazioni (Steve Rogers Band, Class, Notte delle chitarre). Volume 1 contiene dieci tracce inedite la metà delle quali cantate in inglese e le altre strumentali. Oltre ovviamente alle chitarre, suo strumento principe, Solieri ha suonato anche tutte le linee di basso. Non mancano gli ospiti, del giro di Vasco Rossi come Andrea Innesto al sax, Mimmo Camporeale alle tastiere, Daniele Tedeschi alla batteria e Beppe Leoncini, storico batterista della Steve Rogers Band.

Per ammissione dello stesso Solieri, cosa del resto riscontrabile fin dal primo ascolto, le varie tracce contengono voluti e consistenti riferimenti ai solisti e alle band che lo hanno influenzato sin dall’infanzia (Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Aerosmith, Gary Moore…). Se questo era lo scopo del lavoro, una sorta di tributo composto da canzoni inedite ma ispirate ai suoi idoli, l’obiettivo è raggiunto, ma da una successiva prova solista sarebbe auspicabile un maggior sforzo compositivo atto a produrre brani magari meno immediati, ma più originali.

Se dal punto di vista strumentale il disco è senza dubbio ottimamente suonato, dal punto di vista vocale sarebbe perfezionabile. Solieri, grande chitarrista, capace di unire spettacolarità e tecnica al feeling, non è certamente altrettanto grande come vocalist, e in Please, believe me, dove è coadiuvato da un ottimo cantante come Michele Luppi, la differenza è palese.

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