Louis DeCicco
C’è una sorta di pacificazione in un lavoro come questo. Un album strumentale a molti può apparire quasi come un disco che non comunica: Watermouth invece parla, e punta direttamente al cuore di chi lo ascolta, cosa piuttosto difficile in questo contesto di rumori assordanti che ci invadono quotidianamente. Louis DeCicco, un altro italiano (del Sannio, vicino a Benevento) che vive a Berlino, si muove invece sommessamente, lascia in disparte la voce per raccontarci la sua vita e il suo modo di guardare il mondo e lo fa con la sua chitarra, i suoi suoni, le sue distese sonore. Un artigiano delle canzoni, che cesella con puntigliosità le sonorità e le incastona in maniera armonica e delicata.
Louis è un apolide della musica, un cittadino del mondo, e le canzoni di Watermouth seguono anch’esse questo meraviglioso destino. E se il termine apolide può avere un’accezione negativa, nel caso di Louis è invece assolutamente in chiave positiva. Il fatto che il disco sia stato registrato tra Benevento e Berlino, cioè tra il sud e il nord di quest’Europa ormai sessantenne ma ancora priva di una precisa identità ci dimostra come invece le diverse anime delle cittadinanze si possano unire e che la musica (l’arte) possa dare un grosso contributo in questa direzione. I suoni dei popoli del nord e del sud dell’Europa, con un’attenzione particolare ai riverberi sonori del Mar Mediterraneo, in questo disco si fondono e si relazionano in maniera splendida, simbiotica potremmo dire.
Questo è un album che aiuta a pensare, ed è forse un paradosso, perché qui di parole non ce ne sono. Ci sono però tanti suoni che ci raccontano di quel fantastico viaggio che è la vita. Come del resto ci spiega Louis De Cicco nel commento introduttivo all’album: “Nella lingua tedesca le parole Geschichte-Gedicht-Gesicht, pur avendo una comune assonanza posseggono tre significati distinti: storia, poesia, volto. Giocando un po’ con questi significati ne ho ricavato che la storia è una poesia sul volto dell’uomo. La mia musica vuole seguire i passi di quest’uomo, ne diventa a tratti l’ombra e ne immagina la storia per poi scomporla, mischiarla a quella di altri uomini”.
Le parole in questo album sono pertanto affidate al suono della chitarra e dei vari strumenti, etnici in particolare, abilmente utilizzati dal musicista italiano, con qualche piccolo aiuto. Troviamo così una miscellanea di colori musicali dalle diverse tonalità, che rimandano a chitarristi come Ry Cooder e Bert Jansch, Non solo però, anche il contributo ritmico è notevole, tra le pieghe della splendida chitarra di DeCicco emergono i battiti dei tamburelli e delle percussioni, così come i ricami dei sonagli che condiscono e speziano il suono. Come profumi si annusano echi che amplificano sapori e sensazioni di canzoni che prese singolarmente appaiono come delle piccole colonne sonore. I titoli dei brani (The Arounder, Nimrud, S.Giovanni decollato, Sycomore song) contribuiscono ad aumentare la sensazione di viaggio, di migrazione, così come di profondità e di spiritualità, sicuramente ricercata se non ancora conquistata. Canzoni da gustare ad una ad una, lasciandosi cullare oppure facendosi accompagnare verso i nostri viaggi, intimi oppure reali, magari senza una precisa meta, alla ricerca del punto più lontano che spesso è il più vicino a ciò che desideriamo.
http://louisdecicco.com/
https://louisdecicco.bandcamp.com/releases
https://www.facebook.com/bylouiseye/
https://www.youtube.com/watch?v=HJoSJNHSPfA
01. The Arounder
02. How to defeat the gravity being together
03. Illumina 04. Nimrud
05. The Arounder (reprise)
06. Bologna e noi
07. S.Giovanni decollato
08. I belong
09. Sycomore song
Louis DeCicco: Guitar, bass, keyboard, distorted sounds, ethnic instruments, FXs and loops - Corrado Ciervo: violins