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Barachetti - Ruggeri

White Out

Spesso il male di vivere ho incontrato…” è la frase che potrebbe riassumere, almeno concettualmente, il significato di White out, prima fatica musicale del duo formato da Luca Barachetti, ex Bancale, ed Enrico Ruggeri, già con gli Hogwash. Parlando del loro album, White out, ne rappresentano lo svolgimento affermando che: “L'Occidente ha l'emicrania. Il suo male di testa è tensivo. E' frontale, laterale, occipitale. E' bianco. E' un black-out bianco. E' stress fisico, psicologico. E' la necessità di essere sempre più produttivi, sempre più performativi. E' il senso di colpa di non esserlo abbastanza. E' una vita di dieci ore davanti a uno schermo, a un computer, a uno smartphone, a una televisione. E' la ripetizione di uno stesso gesto centinaia di volte. E' il contratto che scade. E' il tutti contro tutti in azienda, in famiglia, nel mondo-giungla. E' lo smarrimento e la guerriglia…”. E, proprio per rappresentare questo magmatico vortice di aspetti della vita, del pensiero, dell’immaginazione e del rifiuto dell’esistente, hanno pensato bene di coniugare parola e “rumore” in senso musicale, proprio perché, negli aspetti della vita a cui fanno riferimento, le parole più che esprimere concetti, aspirazioni, sentimenti o desideri, fanno letteralmente rumore, arrivando a disarticolare il pensiero stesso, adattandolo via via alle situazioni contingenti e privandolo non solo della propria storia, ma anche, in buona parte, del proprio significato originario.

Male di testa come epifania del declino etico…”, sono sempre parole del duo orobico, ovvero una versione evoluta e di fatto somatizzata di quel male di vivere che è stato, finora, un concetto afferente più alla psiche cha al corpo e che, nelle dodici tracce dell’album, si disvela con tutta la sua stridente “fisicità”. Muovendosi fra canzone, reading, declamazione, recita e drammatizzazione, White out si sposta da un brano all’altro con un fare quasi circospetto, richiamando echi beckettiani, (Dolore bianco potrebbe tranquillamente essere parte di una ipotetica colonna sonora di opere come L'ultimo nastro di Krapp), trasmettendo inquietudine, ansia, un nervosismo continuo, persistente e mai risolto. Sempre in procinto di giungere al suo epilogo, ad un suo naturale sfogo, viceversa, rimane perennemente incompiuto per cui tutto l’album si snoda lungo il percorso di un continuo ed invitabile senso di sospensione.

Chiaramente non siamo affatto di fronte ad un album facile, giacchè risulterebbe pressoché impossibile “fischiettare” un qualsiasi suo passaggio; il lavoro di Barachetti e Ruggeri è certamente una sperimentazione, a tratti estrema, assai ricca di stimoli, musicali, sensoriali e psicologici che, nonostante l’atmosfera indubbiamente plumbea, e ragionevolmente priva di speranze, trasmette una sinistra ed inquietante fascinazione.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Luca Barachetti, Enrico Ruggeri
  • Anno: 2016
  • Durata: 60:36
  • Etichetta: Ribèss Records/Dreamingorilla Records

Elenco delle tracce

01. Dolore bianco
02. Corpo occidente
03. Pulsa
04. Uomo scritturato
05. Macula.
06. San Sebastiano
07. White out (Ninna nanna acufene)
08. Mare morto
09. Cretto del vero
10. Panda psichico
11. Uomo occipitale
12. Fiume verticale

Brani migliori

  1. Dolore bianco
  2. Uomo scritturato
  3. Fiume verticale

Musicisti

Luca Barachetti: voce, testi  -  Enrico Ruggeri: Casio SK-1, Korg Synth, arpa/cordofono, Macchina EGC, chitarra elettrica Cort preparata, WSG, rullante preparato, basso elettrico Cort, Delay MXR, Cleartone, Alesis HR-16