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Franco Olivero

Zona franca

Una zona “franca” è una zona libera, uno spazio in cui creare, innovare, ma anche recuperare, rileggere cose passate alla luce di nuovi stimoli e di nuove idee. E Zona Franca è il titolo che riporta sul proscenio Franco Olivero a dieci anni di distanza dalla sua ultima pubblicazione, La sottile fune. Un progetto che, a differenza di allora, ha un respiro differente, in cui il nuovo approccio strumentale ai brani va a braccetto con la necessità di condividere con i musicisti la proposta musicale. Ed allora non più, o non solo, il leader circondato dai collaboratori, ma un diverso rapporto, una sinergia più marcata in cui ogni strumento guida e segue in base al “momento”, all’intenzione del brano; proprio in questo senso va compresa la scelta di realizzare brani brevi, quasi abbozzi in cui l’ensemble coglie l’attimo, l’ispirazione e, quasi di getto, interpreta il momento.

Il percorso musicale del musicista e compositore cuneese è ricco di cambi di direzione proprio perché sostenuto da una innata ed insaziabile curiosità; in questo senso i tempi, lunghi, che hanno caratterizzato le sue uscite discografiche, sono proprio figlie di questo desiderio di esplorare, di cogliere, di capire, prima ancora che di fissare le idee su carta, e poi su un album. Qualcosa di nuovo, come detto, ma anche qualcosa proveniente dal passato, come quella Blu oltremalvi, rivisitata in chiave jazz, e divenuta ancora più ariosa e più solare rispetto all’originale che risale ad oltre quindici anni fa. Fra jazz, elementi quasi pop, spruzzate di world music e qualche puntata, cauta, nei territori della musica ambient Olivero segue davvero l’istinto più del ragionamento, si lascia trasportare dagli stimoli musicali improvvisi senza davvero porsi il problema di avere una direzione più o meno precisa.

Il fatto interessante è però che anche questo lavoro, pur nella sua varietà, non appare affatto disomogeneo: caleidoscopico, si potrebbe definire, proprio perché mostra diverse facce tenute insieme da piccoli punti in comune, piccole saldature che ne fanno una struttura delicata, in perenne equilibrio precario, fragile volendo, ma dal respiro ampio e ricco di visioni. Una musica “visionaria”, ricca di immagini e che, in alcuni punti, Respiro clandestino o Scrooge ad esempio, rimanda neppure troppo velatamente alle composizioni per film degli anni ’50, ’60 ed in parte ’70, forse proprio per quella venatura malinconica che caratterizzava la narrazione di quelle pellicole.

La musica di Franco Olivero è pensata, certamente strutturata ma non “costruita” a tavolino, e dunque lascia spazio all’immaginazione non solo nei confronti degli ascoltatori, ma anche dei musicisti stessi che hanno ampiamente modo, e spazio, per offrire il proprio tocco, la pennellata giusta che contribuisce in modo significativo al quadro d’insieme. Un bel modo, davvero, per “fare musica”, un approccio collettivo ed artigianale che privilegia il risultato globale rispetto all’espressività dei singoli i quali, per altro, per ottenere questo esito, non possono che esprimersi al massimo livello.

Foto di Alberto Franco

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Franco Olivero, Alberto Macerata, G. P. Marinelli
  • Anno: 2016
  • Durata: 35:01
  • Etichetta: Ultrasound Records/IRD

Elenco delle tracce

01. You will do…
02. La luna del XX luglio
03. Blu oltremalvi
04. L’angelo del peccato
05. Il profumo del buio (part 1)
06. Respiro clandestino
07. Scrooge
08. la finestra su oriente
09. Il profumo del buio (part 2)
10. Zona franca
11. You will do that

Brani migliori

  1. Blu oltremalvi
  2. Respiro clandestino
  3. Scrooge

Musicisti

Franco Olivero: flutes, soprano sax, tenor sax, synthetizers  -  Paolo Masia: piano  -  Francesco Bertone: double bass  -  Marco Allocco: cello  -  Paolo Franciscone: drums  -  Chiara Rosso: vocals